martedì 23 dicembre 2008

Sono una merda

Ieri ho fatto il consueto trasferimento Trieste - Genova.
Questa volta in treno (dopo le disavventure con Alitalia, meglio non rischiare...) partenza alle ore 6.35 da Trieste... quindi svegli aalle 5.30. In uno stato prossimo al coma salgo sul treno Trieste-Milano, che essendo diretto in Svizzera, è uno di quei treni che io definisco "con le ruote rotonde".
Silenzioso, comodo, puntuale, pulito.
Verso le 7.30 accendo il portatile e lavoro fino alle 10.30, alle 11 cambio a Milano, alle 13 sono a Genova. Tutto regolare, sono solo un po' rincoglionito dal sonno. Salgo sull'autobus per andare a casa, e sono stanco e incazzato col mondo. La vicinanza di tante persone (mediamente maleducate) il viaggio lungo... insomma, mi sento in diritto di essere incazzato e voglio andarmene a casa a farmi una doccia e riposarmi un po'.
Sull'autobus mi siedo a fianco ad una signora anziana, diciamo sui 65 anni, che a un tratto risponde al cellulare e si scusa perchè sta arrivando in ritardo... poco dopo, non so come, iniziamo a parlare e vengo a sapere che:

- quella mattina, come sempre, si è svegliata alle 5, per prendere il treno alle 6 e andare a lavorare.
- E' uscita un po' prima prendendo un permesso, è andata a comprare un po' di frutta secca per Natale, quindi si è messa sull'autobus per tornare a casa
- A casa ha un marito infermo, assistito da una badante con la quale era al telefono poco prima
- Nel pomeriggio rientrerà a lavorare, per tornare a casa intorno alle 20.

Il tutto detto con una naturalezza e con un sorriso sulle labbra che mi han fatto capire quanto stronzo fossi a sentirmi stanco e incazzato per aver viaggiato 6 ore in treno, lavorandone 3 e comunque con le chiappe su una comoda poltrona di prima classe.

Buon Natale...

venerdì 12 dicembre 2008

Inflazione inflazionata

In questi giorni i media martellano: l'inflazione è in diminuzione.
Da tempo ho rinunciato a capire se la cosa sia positiva o meno: ho sempre di più la sensazione che la cosa importi molto poco. La "gente comune" lo prende sotto alla coda comunque.
In compenso ho rivalutato tantissimo un signore, a me purtroppo sconosciuto, che 35 (trentacinque!!!) anni fa fece una dichiarazione inconsapevolmente geniale e premonitrice.
Si tratta di un collega dello zio di un mio amico, ex carabiniere.
Nel 1973 lavoravano ambedue in una piccola caserma dell'entroterra ligure. Lo zio del mio amico, brigadiere, non perdeva occasione per divertirsi un po' alle spalle dell'appuntato: il classico uomo del sud dotato di certezze incrollabili ma poca istruzione. Il brigadiere quella mattina aprì il giornale, e la sua attenzione fu attratta da un articolo in cui si paventava un'ingente aumento del prezzo della benzina, a causa della del prolungarsi della chiusura del canale di Suez . Guardò l'appuntato, e pensando alla seicento di terza mano che questi si era comprato. dopo mesi di sacrifici... sbottò in un indignatissimo: "appuntato, avete visto! Aumenta di nuovo la benzina!".
La risposta, nella sua carabinieresca semplicità, andrebbe inculcata nelle zucche degli economisti di tutto il mondo:

"Brigadiè, ma a me che me ne futte? Tanto sempre cinquemilalire faccio."

Economia 0, uomo della strada 1. Palla al centro.

mercoledì 10 dicembre 2008

Disclaimer

Odio i disclaimer.
Per chi non sapesse cosa sono: trattasi di testo in "legalese" appiccicato ad ogni e-mail inviata. Robe tipo:

This e-mail is intended exclusively for the addressee. If you are not the addressee you must not read, copy, use or disclose the e-mail nor the content; please notify us immediately [by clicking "Reply"] and delete this e-mail.
The contents of this e-mail as received may not be a complete version. The information in this e-mail is confidential and may be privileged. If you are not the intended recipient, please destroy this e-mail and notify the sender immediately - you should not retain, copy, distribute or use this e-mail for any purpose, nor disclose any of its contents to any other person.

Questo in OGNI messaggio inviato.
Conversazione e-mail tra due utenti che utilizzano i disclaimer:

Ciao, come va?

This e-mail is intended....

Bene!

This e-mail is intended...

eccetera eccetera.

Insomma: i disclaimer, oltre ad essere assolutamente inutili, sono estremamente dannosi, in quanto impediscono la lettura di una "conversazione" instaurata tramite scambio di e-mail. Qua si impone una digressione (altri le chiamano "divagare") sull'odiosa pratica del "top-posting" ovvero l'abitudine di rispondere ai messaggi SOPRA a quello che ci è stato scritto. Un ignoto genio ha scritto questa cosa, che dovrebbe essere marchiata a fuoco sul dorso delle mani di chiunque utilizzi un PC:

A: Because it messes up the order in which people normally read text.
Q: Why is top-posting such a bad thing?
A: Top-posting.
Q: What is the most annoying thing in e-mail?

Che tradotto è all'incirca:

Risposta: Perchè inverte l'ordine in cui la gente normalmente legge il testo.
Domanda: Perchè il top-posting è una cosa così brutta?
Risposta: Il top-posting
Domanda: Qual è la cosa più fastidiosa nello scambio di messaggi e-mail?

Ma tanto la gente continuerà a top-postare. E ad usare disclaimer inutili ed assurdi.

Tornando ai disclaimer: non solo sono inutili e dannosi. Molti sono anche stupidi. Ad esempio, quello che ho citato sopra, quando dice "If you are not the addressee you must not read..." ok, non avrei dovuto leggere. E adesso? Mi suicido? Mi mandi un sicario a casa? Un avviso del genere andrebbe messo all'inizio del messaggio, non alla fine. Ma forse, leggendo quella roba, la gente interromperebbe la lettura per telefonare al mittente e mandarlo a fare in culo. Senza omettere un bel disclaimer vocale al termine della telefonata.

Comunque ho deciso: le mie e-mail, da oggi, si concluderanno con questo disclaimer studiato apposistamente per me dal reparto legale dell'agenzia dove lavoro.

In ottemperanza al D.L. n. 196 del 30/6/2003 in materia di protezione dei dati personali,le informazioni contenute in questo messaggio sono strettamente riservate ed esclusivamente indirizzate al destinatario indicato, oppure alla persona responsabile di rimetterlo al destinatario. Se hai ricevuto questo messaggio, e stai leggendo queste righe, suppongo che tu abbia letto anche quello che ci sta sopra.
Qualora tu sia chi dici di essere, e tu sappia che io sicuramente volevo inviarti questo messaggio, tutto ok. Se tu invece non sei chi dici di essere, o io non volevo mandarti questo messaggio, avvisami. Provvederò a mandarti a casa (o in ufficio) un incaricato, il quale avrà cura di cancellare il messaggio dal tuo PC. Lo stesso incaricato provvederà ad ipnotizzarti per rimuovere dal tuo cervello (qualora tu ne abbia uno) i ricordi di questo messaggio.
Qualora tu fossi una coniglietta di Playboy, specificalo nel messaggio di notifica. Non manderò l'incaricato: verrò di persona.

domenica 7 dicembre 2008

Il lavoro è lavoro...

...ma dopo un po' uno si rompe le palle.
Forse perchè son due giorni che faccio giornate da 12 ore mentre gli altri si godono il week-end lungo.
O magari perchè in questo fine settimana mi son capitati diversi contrattempi, che hanno reso i due giorni particolarmente faticosi.
C'è anche da considerare che oggi era una bella giornata, e mentre andavo a bordo di una petroliera ho incontrato i miei amici che con la moto se ne andavano a fare un bel giretto.
Poi a Natale sono tutti più buoni, ma siccome ho a che fare con equipaggi indiani (che del Natale se ne fottono) mi son trovato due simpatiche comitive di mangiamerda.
Fatto sta che oggi ho le balle in giostra. E quando sono in questa condizione, le cose che di solito mi scivolano senza troppi problemi mi stimolano delle riflessioni. E' un po' come se mi scolassi un bottiglino di Guttalax: devo sparare la mia cagata.

Giusto due paroline ai direttori di reti televisive / caporedattori di TG:

Ragazzi, smettetela di fare i servizi sulla crisi, sul natale, sull'influenza.
Riciclate quelli dell'anno scorso, tanto è uguale.
Lo so che ormai è tardi, e quelli per il cenone sono programmati: vi dò un paio di suggerimenti su quelli da cercare in archivio:
Dopo le feste natalizie, zitti zitti, tirate fuori dal cilindro i consigli degli esperti per perdere quei chiletti in più dovuti alle libagioni nataliz/capodannesche. Vedrete che nessuno se ne accorge. In diretta prosecuzione, verso metà gennaio... vai con l'epidemia di influenza. Cosa mai dovremo fare con l'influenza? Farci una doccia fredda e correre nudi in strada? NOOOOO! A letto, bere molto, vitamina C... ecc ecc. Intervista al sedicente esperto, e via.
Per febbraio tenete pronti i servizi esclusivi su freddo eccezionale, Bora a Trieste, Neve in Val Badia e nebbia in Val Padana. Se dovessero esserci neve a Trieste, nebbia in Val Badia e bora in Val Padana, toccherà rifarli. Ma io confiderei sulla ripetitività del clima.
Un grande classico il consiglio dell'esperto su come sopravvivere al cambio dell'ora solare/legale. Magari scambiatevi esperti ogni tanto... come le figurine. Così chi segue solo un TG, di anno in anno, vede una faccia nuova.
Da lì in avanti è tutta discesa: raffreddori da fieno per la primavera, piogge fuori stagione, i primi caldi in Sicilia... dai che avete capito: mi fermo qui.
Se doveste aver bisogno, il mio indirizzo e-mail lo sapete. Non dico mai di no: il lavoro è lavoro...

mercoledì 19 novembre 2008

Cangiaelo!!!

Anni fa, mentre facevo il volontario in Croce Rossa, frequentavo spesso l'ospedale San Carlo, a Genova-Voltri. E' un ospedale ricavato da un'antica villa... la struttura è molto vecchia, e gli adattamenti per renderlo utilizzabile come ospedale sono stati sofferti e a spesso poco azzeccati. Fatto sta che l'ascensore principale, all'epoca (ma suppongo ancora adesso) era vecchio, lento e fatiscente. Si guastava ogni due giorni, costringendo degenti e personale ad utilizzare le scale. Dopo alcuni guasti (riparati con la celerità che si può immaginare in una struttura pubblica) all'interno dell'ascensore venne affisso un cartello, scritto dalla direzione sanitaria, che ricordava:

"E' vietato sovraccaricare l'ascensore. Si invitano gli utenti a pazientare durante l'apertura e la chiusura delle porte. Qualora l'ascensore si arrestasse tra un piano e l'altro, attendere l'intervento del personale dell'ospedale. Visti i frequenti guasti, si invitano gli utenti ad utilizzare le scale per brevi tratti. Non utilizzare l'ascensore con pazienti che potrebbero necessitare di cure urgenti."

Un ignoto genio, sotto al cartello, con un pennarello nero scrisse una sola parola:

CANGIAELO!

Per chi non lo sapesse... significa cambiatelo, in genovese.

E da quel giorno, ogni volta che qualcosa di vecchio e malfunzionante mi impedisce di far bene il mio lavoro o mi disturba l'esistenza, sbotto in un "cangiaelo!". Vale per tutto: computer, stampanti, funzionari doganali, procedure burocratiche... qui a Trieste, quando mi capita, le persone che ho intorno raramente capiscono cosa io stia dicendo, e pensano sia impazzito all'improvviso.

Ma forse lo sono davvero, un po' pazzo. :-D

domenica 16 novembre 2008

La bimba più che buona (amarcord)

Anni fa ho servito come volontario in Croce Rossa. Da quell'esperienza sono nate alcune amicizie, alcuni tormentoni... e son rimaste alcune storie, che in confronto i reality show sono reali quanto i cartoni animati. Ecco quindi l'idea di (ri)proporne alcune, visto che in questo periodo ho poco tempo da dedicare a questo blog.

- "Croce Rossa, Buongiorno."
- "Ciao, è il 118. Hai una squadra?"
- "Si, dimmi." (allungando le mani verso carta e penna...)
- "Via Leopardi 14, Codice Rosso, Perdita di coscienza, uomo cinquantenne"
- "Partiamo subito, ciao."

E' così che inizia un intervento di emergenza. Uno squillo del telefono, e poche parole bastano per mettere in fermento tutta la sede: dove sarà la via segnalata? Ci passo col Ducato? No, prendi lo Scudo, che è più stretto...chi va? Vado io, no, io... portati Tizio, che così impara qualcosa! Non so ancora come, ma mi trovo alla guida dell'ambulanza, diretto verso una vicina località balneare. Siamo ancora appesantiti dal mega pranzo appena terminato, ma il 118 ci ha passato un codice rosso (paziente in pericolo di vita). Non ho la più pallida idea di dove si trovi Via Leopardi : non è nella nostra zona di copertura, ma siamo l'ambulanza più vicina. Il collega impugna fiducioso TuttoCittà, la salvezza di noi pellegrini dell'emergenza sanitaria. Pochi chilometri di strada, percorsi con l'ovvia sirena accesa, ed eccoci giunti in paese... ma dove cazzo è Via Leopardi? Su Tuttocittà non c'è. Scopriamo con raccapriccio che il liso volumetto che stiamo consultando risale, come gran parte della nostra attrezzatura, agli anni 70; quindi Via Leopardi sarà sicuramente nella zona nuova. Si ma dove? Il tempo passa impietoso, chiedo a un benzinaio, ma lui non è di lì. Ha un esercizio commerciale, tutti i giorni va a lavorarci... ma non è di lì. Chiedo ad altre persone,... sono turisti, niente da fare. Finalmente una signora anziana. Ha l'aria della casalinga che torna a casa con la spesa:

- "Scusi signora, Via Leopardi?"
- "deve girare di là, poi prendere la salita sulla destra, svoltare... è un po' complicato!"
- "se la sente di accompagnarci?"

In realtà quello che "se la deve sentire" sono io: se avessi un incidente con a bordo un "civile" non autorizzato, penso che mi spetterebbe il plotone di esecuzione. Ma lei non può saperlo...
- "si, tanto sono di strada!" (speriamo bene...)

faccio salire la signora davanti, e lei, per nulla impressionata dalla sirena, ci guida verso Via Leopardi. Siamo quasi arrivati, ma...

- "ecco, io se non le spiace scendo qua, grazie. Via Leopardi è la seconda a destra."

Salutata la nostra preziosissima guida (no signora, non so come si chiama il signore che sta male... no so se sia il fruttivendolo!!! arrivederci e ancora grazie), imbocco Via Leopardi contromano: la signora non ha tenuto conto dei sensi unici... scendiamo davanti al portone. Presto, presto! Quello era svenuto, in pericolo di vita! Se aveva un'infarto, è già morto. Speriamo in qualcosa di meno grave... 4 Piani di scale di corsa, trasportando il materiale da rianimazione e altre carabattole, ed eccoci! Ci apre la porta una bella ragazza, che ci indica, per nulla preoccupata, un uomo riverso in terra nell'ingresso: lo scavalca e si allontana. Tentiamo di valutare le condizioni: polso normale, respirazione leggera, non risponde che debolmente agli stimoli, sia uditivi che tattili. Probabilmente è un ictus cerebrale. Lo mettiamo in una posizione "sicura", chiamiamo col cellulare il 118, per chiedere l'intervento dell'automedica. Mi dicono che l'hanno già inviata (meno male!) allora vado a recuperare la barella, la coperta, le cinghie... Torno insieme al medico e riferiamo le condizioni del paziente. Vorremmo sapere qualcosa di più... e chiamiamo la ragazza, che risponde alle domande del medico con evidente fastidio:

- "scusi è suo papà?"
- "già."
- "soffre di qualche disturbo? Cuore, pressione, prende medicinali?"
- "mah... non so... fuma."

e si allontana nuovamente, come se la cosa non la toccasse minimamente! Mentre gli altri si danno da fare per mettere il paziente sulla barella, mi cade l'occhio su un attestato appeso alla parete: è uno di quei premi delle scuole elementari, assegnato alla "bimba più che buona". Evidentemente si è guastata crescendo... La "bimba più che buona" decide anche di non venire all'ospedale con suo papà: aspetta la mamma che esce dall'ufficio alle 17. Sono le 14, e suo papà potrebbe non arrivare vivo in ospedale, ma lei aspetta le 17. Come vuole. Il resto è storia di tutti i giorni: camallare giù per 4 piani di scale un uomo di 90 chili, più la barella e il defibrillatore... un viaggio alla massima velocità possibile verso il reparto di rianimazione più vicino, la consegna del paziente ad altri medici. Non ho più visto la "bimba più che buona" e spero di non incontrarla di nuovo.
Il suo ricordo mi dà i brividi.

martedì 11 novembre 2008

Alitalia: V A F F A N C U L O

Tanto per essere chiari.
Ieri sono stato vittima dello sciopero selvaggio Alitalia.
Il mio volo sarebbe dovuto essere un normalissimo Genova - Fiumicino - Trieste.
Normalissimo una sega, direte voi... cosa vai a farci a Fiumicino per andare a Trieste? Le misteriose regole delle compagnie aeree vogliono che per fare 400 Km, me ne debba sciroppare 1000. E' un po' come alzarsi presto alla mattina per andare a pisciare lontano... ma siccome il cesso è il loro, tocca adeguarsi.
Ma torniamo al volo... partenza da Genova alle 11.10, previsto arrivo alle 12.00 a Fiumicino.
Poi partenza da Fiumicino alle 13.20 per arrivare a Trieste alle 14.20 o giù di lì.
Alle 10 sono in aeroporto, e già marca male: al check in mi dicono che il volo per Roma non è ancora partito da Fiumicino, per "problemi su una pista". Siccome ho la coincidenza da prendere, mi fanno imbarcare su un volo AirOne... e apro una parentesi.
AirOne - Alitalia: 5 a 0.
Aereo nuovo, pulito, silenzioso. Due sventole di hostess (non guasta) per giunta gentilissime e preparate sugli orari dei voli e sull'ubicazione dei gate a Fiumicino. Non serve che vi dica perchè ad Alitalia ho dato 0, vero?
Arrivo a Fiumicino alle 12.30. Giusto in tempo per rifare il check-in al banco Alitalia (a Genova non potevano farmi la carta d'imbarco perchè cambiavo compagnia !? ) e dispormi in attesa davanti al gate A12.
E qui comincia il cinema.
Allo stesso gate imbarcano altri 2 voli, in contemporanea, ambedue per Milano.
Dietro al desk ci sono tre megere in abito verde, che cercano di controllare la situazione.
Gli annunci prodotti da una delle tre sono di questo tenore:

"I passegge …. lo…. enti…anta….sono pregati …..rsi ….gate ….odici."

Se non sei a un metro, non capisci una beneamata. E se sei straniero? Cazzi tuoi. Annunci solo nella lingua del sommo. Nel frattempo le altre due, in perfetto romanesco (che come noto è idioma compreso da gran parte della popolazione europea) smistano il traffico di quelli che arrivano a quel gate convinti di imbarcare sui voli effettivamente indicati sul display sopra le teste delle tre grazie... ma ovviamente il display è sbagliato.
In mezzo a questo casino esce dal gate un pilota, che raccoglie quella decina di passeggeri diretti a Trieste e spiega, con aria mesta, che dobbiamo attendere qualche mezz'ora a causa della carenza di personale di terra addetto allo scarico dei bagagli. In pratica l'aereo c'è (lo ha portato lui, e lo vorrebbe riportare a Trieste) ma manca il facchino. Giuro che sono stato tentato di dire: bene, le braccia le ho buone: dove devo mettere il bagaglio che disturba? Poi il "buon senso" ha avuto il sopravvento. Intanto si son fatte le 13.30... vado a mangiare un panino e a scrivere due boiate all'amico dottor divago .
Mentre scrivo... arriva la ferale notizia: il mio volo è stato cancellato.
Me l'aspettavo, e a parte qualche madonna, ho avuto una reazione controllata.
A questo punto vado al desk Alitalia per sapere che si fa... e dopo solo un'ora di coda, mi danno una seconda carta d'imbarco, per il volo AZ1361 delle 17.20.
Però sono in "stand-by", ovvero in lista d'attesa.
La signorina mi dice di recarmi al gate A23, anzi... al desk di fronte al gate A23 denominato "waiting list" lì mi sapranno dare maggiori informazioni. Peccato che a quel desk, così come a TUTTI gli altri gate al piano, non si veda anima viva.
Alle 17.45 corre voce che tutti i voli a parte quello per Bari siano stati cancellati.
Torno al desk Alitalia: vedo dai display che il mio secondo volo è stato cancellato. Per parlare con un'addetta dovrei fare almeno 2 ore di fila.
Alle 18.00 affitto una macchina e parto per Trieste, dove arriverò alle ore 1.00 dopo 700 Km di autostrada.

Auspico la chiusura totale di Alitalia.

Non tanto per lo sciopero (ci può stare) ma per la TOTALE mancanza di informazioni ai clienti.
I 300 euro che gli ho dato per il volo erano buoni.
A Genova, prima di partire, sarebbe bastato dirmi: "bella stella, già hai goduto dei nostri servizi per fare Trieste - Genova. Oggi non se ne parla: abbiamo di meglio da fare che scarrozzarti fino a Trieste".
Mi sarei noleggiato una macchina e alle 16 sarei arrivato a destinazione.
Invece mi hanno dovuto far arrivare a Fiumicino... e mi hanno tenuto là per 6 ore senza dirmi nulla, rimpallandomi da desk a desk. Tempo fa scrivevo che forse i dipendenti Alitalia fanno più danno quando lavorano che quando stanno in cassa integrazione. Adesso ne ho la conferma.

venerdì 7 novembre 2008

Una preghiera per Obama

No, non in quel senso.
Non prego neanche in chiesa, essendo ateo... figuriamoci se prego il neo-eletto presidente USA.
A proposito: mi fanno un po' ridere e un po' pena quelli che adesso vedono in Obama il "deus ex machina", quello che salverà l'america e il mondo dal mare di merda in cui siamo. SVEGLIA! Anche se è il presidente degli stati uniti, è sempre un uomo. Lasciatelo lavorare e non rompetegli troppo le palle, che forse qualcosa di buono riuscirà a farlo.
Il termine preghiera che ho usato nel titolo va inteso nel senso di "esortazione".
Obama: ascolta un fesso.
Non dare peso alle parole del nostro beneamato Premier. Ha detto che sei abbronzato: mica è un offesa. Non farci caso, lui è fatto così. Se proprio ti vuoi vendicare, e magari fargli capire che su certe cose è meglio scherzare poco... al prossimo incontro fagli notare che lui è un "simpatico vecchietto nanerottolo".
Col sorriso sulle labbra, naturalmente.

sabato 1 novembre 2008

Discriminazione

In questi giorni (anche oggi, che se non ricordo male è festivo) sono oberato di lavoro.
Sembra che tutte le navi del mondo abbiano deciso di fare scalo a Trieste, e tutti gli armatori si siano innamorati della "mia" agenzia. 'zzo ti lamenti, direte voi. Non siamo mai contenti... se c'è poco lavoro piangiamo il morto, se è troppo ci lamentiamo.
Comunque mi è capitato di guardare un Tg (pessima abitudine. Devo smettere, lo so...) dove si parlava di una cosa nuova. Nessuno ne ha mai sentito parlare... il crack Alitalia.
C'erano alcuni personaggi (sindacalisti? esperti? boh...) che cianciavano come al solito: "Blah blah blah occupazione blah blah piano industriale blah blah ammortizzatori sociali blah blah blah sicurezza ". Tra un blah e una cazzata mi giunge alle orecchie che i poverelli che perderanno il lavoro saranno messi in cassa integrazione. Provvedimento che potrà durare fino a sette anni.
MINCHIA!
SETTE ANNI???
Questi potranno stare sette anni a casa e prenderanno una quota parte del loro attuale stipendio.
Perchè io non posso fare lo stesso?
Sarebbe bello. Domani metto in vendita l'agenzia.
Basta navi, basta svegliarsi alle 3 della mattina perchè un marinaio filippino si è perso o perchè un ispettore di compagnia vuole tornare a casa e non sa chiamarsi un taxi.
Basta lavorare sabati, domeniche, festivi, prefestivi, isole comprese.
Basta pagare circa il 50% di quello che guadagno in tasse.
Basta espletare adempimenti burocratici assolutamente e palesemente inutili.
Basta sopportare la vista di gente che non fa altro che generare carte inutili e auto-referenziarsi per proteggere il proprio posticino di potere piccolo piccolo.
Vendo, cerco una cordata di amici che facciano finta di comprare l'agenzia, e nel frattempo mi metto in cassa integrazione. Sono onesto: al 50% dello stipendio.
Per 5 anni, non 7. E in quei 5 anni mi invento un altro mestiere... magari il collaudatore di materassi. O prendo il brevetto da elicotterista. O vado a zappare la terra. O...
Basta sognare. Io devo continuare a lavorare. Se non lavoro, non mangio ecc ecc...
Ma ho un sospetto: il sistema è fatto in modo che io lavori, perchè sono più conveniente da lavoratore che da cassintegrato.
Mettere 10.000 persone in cassa integrazione per 7 anni significa probabilmente che quelle 10.000 persone sono meno convenienti da lavoratori che da cassintegrati.
Sono forse dei guastatori? Qualcuno magari... ma tutti e 10.000 non credo.
Allora perchè la collettività deve accollarsi le spese per pagare la cassa integrazione? Se domani si prosciugasse l'adriatico, il sottoscritto si troverebbe con una mano davanti e una dietro. E si ingegnerebbe a far qualcosa per campare, magari da qualche altra parte vicino al mare (senza il "freatellone blu" mi manca l'aria).
Di quei 10.000 magari qualcuno ne avrà davvero bisogno della cassa integrazione... chi per due mesi. Chi magari per un anno. Arrivo a capire anche due anni, in casi particolari. Ma se non sei appartenente ad una categoria protetta, ed in DUE anni non riesci a levarti dal culo, sei come i panda. E come dice un mio amico: devi morire.

No, non ce l'ho con i panda. Per maggiori chiarimenti circa la filosofia de "il panda deve morire" visita http://ilpandadevemorire.wordpress.com/perche-il-panda-deve-morire/

Alla prossima...

domenica 26 ottobre 2008

Il gioco della torre

Oggi cappello della storia un po' lungo... ma serve a capire quello che viene dopo.
Prendetela come una "divagazione preventiva".

Chi mi conosce bene sa che in passato ho servito come Volontario del Soccorso per la Croce Rossa Italiana:
esperienza che ha contribuito parecchio alla mia formazione... se non altro per il variegato campionario di umanità con il quale sono entrato in contatto.
Senza falsa modestia: ero un buon VdS. Forse addirittura uno dei migliori: complici il tanto tempo a disposizione e il fatto che mi piaceva l'idea di aiutare persone in difficoltà.
All'epoca nella Croce Rossa si entrava facendo un corso di primo soccorso: se al termine passavi un esamino (ridicolo) potevi chiedere di diventare apirante Vds.
Dopo un tot di ore di apprendistato, in cui eri sempre affiancato da "VdS anziani" potevi iniziare (a discrezione del dirigente locale) il servizio effettivo.
Specifico questo perchè capiate come non ci fosse la possibilità di "scoprire" i punti deboli di ciascun VdS... si andava per tentativi.
Ricordo ancora il mio primo intervento "tosto": io non potevo conoscere la reazione che avrei avuto davanti ad una scena con morti e feriti. Peccato che fossi già "effettivo" da circa tre mesi... mi andò bene.
Ho soccorso gente spatasciata in auto, caduti dalle moto, da impalcature. Ho effettuato diverse rianimazioni cardio polmonari, ho sguazzato nel vomito e nella merda altrui. Tutto senza grossi problemi.
In compenso, dopo quasi un anno di servizio... ebbi modo di scoprire il mio punto debole, per fortuna senza conseguenze per l'interessato.
I bambini.
Davanti a un bambino che soffre, mi va in pappa il cervello. Non riesco a ricordare le cose che ho studiato e che con gli adulti applico senza difficoltà.
Fortuna che quando me ne sono accorto potevo già guidare l'ambulanza: ho fatto cambio con l'autista e la cosa è finita lì. Con il passare del tempo ho anche imparato a gestire la cosa... ma potendo, evitavo sempre gli interventi dove sapevo che c'erano dei bambini.

Oggi ho letto dell'organizzazione criminale dedita allo scambio di materiale pedo-pornografico.
Gli inquirenti hanno definito "raccapricciante" il materiale sequestrato. Forse per la mia caratteristica che ho illustrato poco fa, non riesco a concepire che qualcuno possa deliberatamente far soffrire un bambino... o godere nel guardare un bambino sottoposto a sevizie.
Mi sono un po' documentato su questi soggetti: pare siano "malati" molto spesso sono ex-bambini seviziati a loro volta.
Sono contrario alla pena di morte. Estremamente contrario.
Ma sono favorevolissimo a chiudere questi animali in una gabbia e buttare via la chiave.
Invece dell'isola dei famosi, Rai Due dovrebbe trasmettere "Il braccio dei pedofili".
Un bell'appuntamento serale, in cui si possano verificare le condizioni in cui vivono quegli esseri che minacciavano l'incolumità dei più indifesi.
Sia chiaro: là dentro ci dovrebbero finire solo quelli per i quali non sia nemmeno pensabile un errore giudiziario... quelli che si filmano e/o fotografano mentre abusano di bambini di due (!?!?) anni, ad esempio.
In Italia la certezza della pena è una chimera.
Mi piacerebbe sapere che ne sarà di quei 98 che hanno beccato oggi... azzardo una previsione:

- 3 non c'entrano una mazza. Sono "errori giudiziari": saranno quelli che subiranno maggiormente le conseguenza mediatiche della faccenda.
- 20 sono pedofili... ma pazzarielli. Infermità mentale... non un minuto di galera, e tra meno di un anno ricominceranno.
- 30 sono pedofili... ma ricchi. Buoni avvocati, agganci giusti, pressioni, lungaggini... non un minuto di galera, e tra meno di un anno ricominceranno in modo da non farsi più beccare.
- 25 sono pedofili... ma "bravi ragazzi". Un piagnisteo quà, un altro là. Il vicino che dice che tutte le mattine lo vedeva andare al lavoro, la mamma che afferma "non è possibile"... nel dubbio pena mite, condonata, ridotta, e tra meno di un anno ricominceranno.
- 20 sono pedofili... e basta. Confessano. Un avvocato medio gli consiglia di patteggiare. Pena ridotta, qualche attenuante... e tra (forse) 2/3 anni son di nuovo fuori. Ma naturalmente non vorranno più nemmeno pensare ai bambini... SVEGLIA! Ricominciano da capo anche questi, ovviamente.

Una breve riflessione sulla C.D. "rieducazione".
Già ho dei dubbi che si possa rieducare qualcuno che reputa il furto o l'omicidio delle cose praticabili... ma sulla rieducazione della "sfera sessuale" ho dei FORTISSIMI dubbi.
Supponiamo che da domani esca una legge che vieti una cosa che attualmente è di uso comune... ad esempio scrivere cazzate sui blog.
All'inizio sarebbe dura... ma potrei adeguarmi. Se sbagliassi, un anno di gabbio mi farebbe velocemente imparare come si sta al mondo. Qualche irriducibile ci sarebbe sempre... ma il grosso si adatterebbe.
Sempre per assurdo, supponiamo che da domani i rapporti eterosessuali siano vietati.
Ehi tu, non fare il furbo... ti ho visto sai, con quel pinolo in mano! Vietiamo anche l'onanismo. Sono ammessi i soli rapporti omosessuali.
Quanti di noi sarebbero in grado di "rieducarsi", anche con lo spettro della galera? Io no, lo confesso. Migliaia di anni di storia della chiesa cattolica (dove teroricamente i sacerdoti dovrebbero mantenersi casti) insegnano che l'istinto sessuale è più forte della legge.
Mettetemi in gabbia e non fatemi uscire, perchè appena esco cerco di ingiaccarmi la prima che trovo. E dopo un po' di astinenza, potrei anche avere un drammatico calo nei requisiti minimi necessari.

La supposizione è la madre di tutte le cazzate, ma suppogo che per i pedofili sia la stessa cosa. Solo che loro non vogliono una donna: vogliono un bambino.
E se vogliamo che i bambini no debbano rischiare grosso, l'unico modo è tenerli lontani dai pedofili.
L'idea buona sarebbe quella di rinchiudere i pedofili... ma pare che invece stia prendendo piede quella di "rinchiudere" i bambini davanti ad una TV o ad una Playstation. E la cosa mi fa incazzare.

giovedì 23 ottobre 2008

Tristezza

Oggi sono triste.

Molto triste.
Il nostro gatto è malato, oggi lo hanno operato, ma il veterinario dice che molto probabilmente c'è poco da fare. E' ancora giovane... e soprattutto è il gatto più stupido che io abbia mai visto.
Se esistesse il campionato mondiale dei gatti stupidi, Zorba arriverebbe secondo. E così simile a un peluche che non ha mai graffiato nessuno, e il massimo gesto di disappunto che abbia mai fatto è un "meeehhh" (da bravo gatto stupido, non sa nemmeno miagolare in maniera convincente). Ho dei ricordi bellissimi legati a questo animaletto, forse anche perchè la sua nascita coincide con l'inizio della storia tra me e Vittoria. E' strano quanto questa cosa mi abbia colpito: il pensiero che questo esserino dipenda totalmente da noi, che non abbia coscienza del perchè stia soffrendo, mi fa star male. E' la prima volta che affronto la malattia di un mio animale domestico, e devo riconoscere che in passato ho sottovalutato l'impatto che può avere sulle persone.
Nient'altro da dire... speravo di scrivere due belinate e farvi sorridere, invece oggi vi ammorbo con la mia tristezza.
Alla prossima

mercoledì 8 ottobre 2008

Ai spik inglish very uell

Mi perdonino i lettori che non spiccano inglese: in questo delirio ce ne sarà un po'... Ma roba semplice, non mi avventurerò certo in disquisizioni su Shakespeare (tranquilli, è scritto giusto. Ho cercato su Wikipedia).

Per lavoro mi trovo a parlare inglese praticamente tutti i giorni. Dire che parlo inglese però è un po' esagerato: diciamo che parlo una sorta di lingua franca, adottata dai marittimi di tutto il mondo per farsi capire. Le regole grammaticali sono decadute, e con esse buona parte di quelle sintattiche. In compenso proliferano un quantitativo imbarazzante di acronimi: ricordarseli tutti è veramente dura. Ad esempio sono tre anni che cerco di infilarmi nella zucca che WSNP vuol dire Weather and Safe Navigation Permitting. Un messaggio e-mail classico proveniente da una nave è:
Subj: M/T OAC ETA ITTRS
Good day,
ETA ITTRS WSNP: 16th Sep / 1000 LT
Brgds
Master


Che de-acronimizzato diventa:
Subject: Motor Tanker Ocean Accord - Estimated Time of Arrival in Trieste
Good day,

Estimated Time of Arrival in Trieste, Weather and Safe Navigation Permitting is September, 16th at 10.00 Local Time.


Best regards
Master

Dopo un po' ci si abitua... ma sto divagando. Che abbia contratto la divaghite?

Dicevo della lingua franca: ormai l'inglese dei marittimi è molto "standard" e spesso ci si capisce anche se in mezzo alle frasi si infilano parole greche, italiane, spagnole... lasciamo perdere le pronunce: si va dal sottoscritto che parla con l'accento del Gabibbo (soprattutto quando mi sto incazzando) ai cinesi che hanno difficoltà con le R, i Turchi che parlano velocissimo, gli indiani che sembra di sentire una latta di pittura vuota che rotola per le scale (deng deleng dleng deleng).

Io cerco di parlare un inglese discreto, rispettando quelle regole grammaticali e sintattiche che vagamente ricordo di aver studiato a scuola. Questo talvolta rende il mio inglese un po' troppo complesso per chi, come molti marittimi, la lingua l'ha imparata nei casini di mezzo mondo. Tuttavia tempo fa mi è capitato di essere protagonista di una simpatica scenetta con un comandante britannico. Immaginate l'ambientazione: "Ship's office" di una petroliera, con all'interno una decina di persone: addetti del terminal, ufficiali della nave, comandante ed io. Una volta entrato saluto e mi siedo, in attesa che il comandante termini alcuni lavori per poi dedicarsi a me e alle mie scartoffie.
Dopo qualche minuto comincia la conversazione, che riporto:

M:"Good afternoon captain. I am Marco, your agent. Once you have completed all the paperwork with the terminal guys, I have some documentation that you should watch, stamp and sign"
C:"Ok, wait a minute."
Dopo qualche tempo...
C:"Ok Marco, show me the papers"
M:"This is the immigration police set. You should be so kind to stamp and sign each shore pass. In the set you'll find some shore pass left blank: just in case I made mistakes..."
C:"I don't understand you"
M:"This is the immigration police set. You should stamp and sign each shore pass. In the set you'll find some shore pass left blank: just in case..."
C:"Your English is poor, I can't understand you"
M:"Sorry captain, but I never had problems like this before. You mean that you do not understand me because my english is not good enough?"
C:"Exactly."

Il tutto con una spocchia e un atteggiamento che mi ha fatto vagamente girare le balle. Quindi...

M:"Very well. I guess that your Italian is better than my English. So I am going to explain you all the formalities in Italian.
Pronto?
Buongiorno comandante.
Questo è il set per la polizia di frontiera. Dovresti essere così gentile da timbrare e firmare ogni lasciapassare. Ne troverai alcuni bianchi: li ho preparati in caso abbia commesso errori nel compilare... mmm, seems that your Italian is not good enough to proceed. If you wish I can try in 'Genovese', but in my opinion..."
C:"Please, speak your 'so called' English, I'll do my best to understand it"

Morale: è vero che io non parlo un gran inglese, ma mi faccio un mazzo tanto per farmi capire. Se tu, caro testone, non parli la mia lingua... almeno cerca di apprezzare gli sforzi che sto facendo io per parlare la tua. Se tu mi dicessi "Un membro di equipaggio è ingiuriato" non penserei che ci sia a bordo un tipo insultato da tutti... più probabile che ci sia un ferito a bordo. E se anche non capissi, invece di fare lo spocchioso, cercherei di aiutarti, suggerendoti giri di parole, gesticolando... con un cinese siamo arrivati ai disegnini, una volta. Quindi abbassa la cresta, apri le orecchie e accendi quello che dovrebbe esserci in mezzo, because my English is not outstanding, but most probably is far better than your Italian.

Moriremo tutti!!!

Avete presente i film catastrofici anni 70?
Airport, L'avventura del Poseidon, Terremoto... invariabilmente, nel momento del disastro totale, mentre il protagonista sta cercando di risollevare la situazione, salta su uno o una che urla: "Mio Dio, MORIREMO TUTTI!!!".
Guardo le foto delle borse mondiali e li vedo, tutti questi broker: occhio pallato, viso terrorizzato... oppure testa bassa ed espressione desolata. Mi piacerebbe essere là, e nell'attimo in cui il casino si placa per pochi attimi, urlare a squarciagola: "Mio Dio, MORIREMO TUTTI!!!". Chissà di quanti punti andrebbe giù il Mibtel?
Io sono uno di quelli che del crollo delle borse se ne preoccupa poco.
Sul conto corrente non ho mai più di 2000 euro. Tutti i soldi che ho li investo nella mia casa, che per fortuna non è quotata in borsa. La banca che mi ha prestato i soldi invece sì che deve preoccuparsi: deve augurarmi tanta salute e che il mio lavoro vada sempre bene. La sfiga più grande che può avere è che io finisca sotto a un tram: mutuo estinto a favore degli eredi.
Se invece non riuscissi a pagare il mutuo... perdita secca di almeno il 50% dell'immobile, e un disastro di cause, avvocati... contro uno che, a quel punto, sarebbe nullatenente. E io sono un buon diavolo, mi immagino a cosa sono andati incontro certi istituti di credito nel tentativo di recuperare soldi da personaggi ben più cattivi e/o dotati di situazioni personali di gran lunga più complesse della mia (sono celibe, senza figli... un buco di culo con un po' di misterpinna intorno, da un punto di vista legale).
Forse è per questo che le banche cominciano ad avere qualche problemino?

venerdì 3 ottobre 2008

Di chi è la colpa?

Ieri due adolescenti siciliani, a bordo di un motorino, si sono schiantati contro una Fiat Punto, perdendo ambedue la vita. I due minorenni erano a bordo di un ciclomotore (prima infrazione), con l'assicurazione scaduta (seconda infrazione), e non si sono fermati all'alt della polizia, fuggendo (terza infrazione, prima grande cazzata e credo anche reato). Hanno poi imboccato contromano una strada a grande viabilità (quarta infrazione e seconda grande cazzata) e hanno terminato la loro corsa contro il cofano di una Fiat Punto.
Ieri sera a "studio aperto" (guardatelo ogni tanto, è divertente quasi come un reality show) sono stati presentati come due vittime, che per non farsi sequestrare il motorino dai terribili pulismani, sono stati costretti a fuggire. Parenti e amici, intervistati dall'onnipresente "giornalista", si scagliavano verbalmente contro le forze dell'ordine.
Chi mi conosce sa che non ho nella mia top ten di simpatia le forze dell'ordine, ma per una volta che fanno il loro dovere... capisco che i genitori dei ragazzi possano essere sotto shock, ma il "giornalista" e la redazione del "telegiornale" cosa ci stanno a fare? Vabbè che erano in Sicilia, ma questi due angioletti hanno commesso una riga di infrazioni e di stupidaggini che se provi a farlo in qualsiasi paese civile, i poliziotti non solo ti inseguono: ti sparano. E se ti accoppano beccano pure un encomio.
Comunque poco dopo ho visto il servizio sulla faccenda del TG3... e anche lì non gli andava mica tanto bene che i terribili poliziotti avessero costretto i due poveri ragazzi alla fuga terminata tragicamente.
E allora ecco come avrebbe diffuso la notizia il TGmP (TGmisterpinna)

Questo pomeriggio l'ennesimo tragico incidente si è verificato sulle strade siciliane.
Due giovani, a bordo del motorino di uno dei due, sono morti nello schianto avvenuto contro una Fiat Punto, che viaggiava sulla propria corsia di marcia. L'autista (sul quale sono in corso accertamenti) non si è avveduto del motorino che procedeva contromano, inseguito dalla polizia che cercava di bloccarlo, dopo che i due avevano forzato un posto di blocco. I ragazzi non si sono fermati all'alt forse per via dell'assicurazione scaduta, in quanto temevano il sequestro del mezzo. Con un eccesso di zelo draconiano, gli agenti si sono lanciati all'inseguimento: vistisi braccati, i ragazzi sono stati costretti ad imboccare contromano una strada ad alta percorrenza. Purtroppo in quel momento una Fiat Punto sopraggiungeva nel senso di marcia opposto; l'autista, imperdonabilmente, non riusciva ad evitare lo schianto. I soccorsi, pur arrivati tempestivamente, non hanno potuto nulla: i due sono arrivati al pronto soccorso già morti.
Speriamo che sia gli appartenenti alla pattuglia sia l'autista dell'auto assassina riflettano sull'opportunità dei loro gesti: i poliziotti avrebbero potuto evitare di intimare l'alt ai due, mentre il guidatore della punto avrebbe fatto meglio a starsene a casa, invece di intasare le vie di fuga. Inoltre non si capisce come abbia fatto a non riuscire ad evitare un motorino che, francamente, si vedeva benissimo.

E già, quello che proprio non mi è andato giù è proprio l'atteggiamento dei media nei confronti dell'autista: magari era ubriaco, o drogato... e loro non ci hanno pensato.
Comunque, in tutta questa storia, gli organi di informazione ci fanno proprio una bella figura. Come direbbe un mio amico:

Marca "bravo" ai giornalisti.

Alla prossima.

domenica 14 settembre 2008

L'Italia dei comuni che hanno poco in comune

Vivo a Trieste da tre anni, ma sono residente a Genova... se devo fare dei documenti, devo rivolgermi al Comune dela Superba: viva l'informatica e il terzo millennio.
Siccome ho la carta d'identità che sembra un ritaglio del rotolo delle leggi (o un ritaglio del rotolo di carta igienica, a vostra discrezione) mi decido a fare il grande passo: la rinnovo. Prima mi informo un po', e vengo a sapere due cose:
- la carta d'identità adesso ha validità decennale
- è possibile ottenerne una versione "elettronica" in formato carta di credito.
Siccome in poco più tre anni io ho conciato la mia una vera schifezza, il mio brillante cervello mi suggerisce:"Marco, fatti fare quella elettronica. Ti deve durare dieci anni!".
Il genovese che è in me, sentite voci di "sovrapprezzi" per la versione elettronica per un po' ha titubato... ma alla fine cede: che carta elettronica sia.
Armato di buona volontà, alzo il telefono e chiamo il comune di Genova.
010 557111. Provatelo. E' il risponditore automatico più assurdo che io abbia mai sentito. Cerca di riconoscere la richiesta che gli fate... magari funziona in Zeneise. In Italiano di certo no.
Dopo un po' di ululati nella cornetta, riesco a parlare con una signorina, che mi passa l'apposito ufficio "carte d'identità".
Riporto fedelmente la conversazione. M sono io, S è la "Signorina".

S:"..cio ...sdd..af...a".
M:"buon giorno, sono Marco Ciullini, vorrei rinnovare la carta d'identità in quanto quella che ho è deteriorata".
S:"deve venire in ufficio portando tre foto e... ma deteriorata quanto?"
M:"si leggono ancora i dati, però è strappata e consunta"
S:"se si leggono i dati bastano le tre foto e la vecchia carta".
M:"Volevo anche informazioni circa la possibilità di fare la versione elettronica"
S:"L'ufficio è chiuso"
M:"E quando apre?"
S:"Non lo sappiamo"
M:"Abbia pazienza signorina, a chi posso chiedere l'orario di apertura?"
S:"E' chiuso da mesi, non sappiamo se e quando riapre".
M:"Ah. Capisco."
S:"Proprio non si sa. Se vuole le facciamo quella normale."
M:"Grazie, molto gentile, buona giornata"
S:"Anche a lei".

Metto giù... e racconto il tutto a mio papà, che in quel momento (stranamente) transitava per l'ufficio. Lui fa: "usti, anche la mia sta scadendo. Aspetta che chiamo per sapere come funziona qui a Trieste". Va sul sito del comune di Trieste, becca il numero e chiama, rassegnato a ricevere risposte tipo le mie.

S:"Ufficio carte d'identità buongiorno"
C:"Buongiorno, ho la carta d'identità in scadenza e..."
S:" mi dà cortesemente nome e cognome?"
C:"Carlo Ciullini"
S:"Residente in?"
C:"Via Brunner 9"
S:"Sì signor Ciullini, vedo che il suo documento scade tra 2 mesi. Quando le comoda venire a fare il rinnovo?"
C:"... domani mattina?"
S:"la attendiamo alle 9 e 45, se per lei va bene"
C:"cosa devo portare?"
S:"Solo la vecchia carta d'identità, le foto le facciamo direttamente noi."
C:"Allora vengo domani..."
S:"Alle 09 e 45, a domani."

L'indomani, alle 09.45 è entrato in comune, alle 10.00 era uscito. Con la carta d'identità nuova.
E ovviamente la sua è quella elettronica, in formato carta di credito.

Cosa c'è di tanto diverso tra Genova e Trieste?
Ambedue sono città del nord, sul mare, con grandi porti, tanta storia alle spalle... ma in una i servizi al cittadino fanno pena, nell'altra sono eccellenti.

mercoledì 3 settembre 2008

Commenti!

Perbacco, proprio non me l'aspettavo.
2 commenti ai miei deliri!
Grazie ragazzi, sono commosso. Ogni tanto fa piacere sapere che qualcuno legge queste righe... fate come se foste a casa vostra. Se vi scappa di commentare fatelo: i commenti trattenuti sono pericolosissimi: un amico di mio cugino, una volta... vabbè, ve la racconto un'altra sera :-)

venerdì 29 agosto 2008

All'armi!

Anche oggi mi scappa una storiella.
Come i più attenti di voi sanno, lavoro in un'agenzia marittima. Cosa fa un'agenzia marittima? Avete presente un'agenzia immobiliare? Bene, non c'entra una mazza :-)
L'agente marittimo si occupa di tutti gli adempimenti burocratici che una nave deve espletare all'arrivo e alla partenza da un porto. Notifiche alla Capitaneria di Porto, alla Guardia di Finanza, alla Polizia, ai terminal portuali... eccetera eccetera. Io lavoro principalmente con le navi petroliere... quei cosi lunghi circa 250 metri, larghi 40, ripieni di un quantitativo variabile tra le 60.000 e le 135.000 tonnellate di "oro nero".
Incutono un certo timore, persino da ferme. Pensate che si muovono a circa 25 Km/h. E per fermarsi, lanciate a quella velocità, hanno bisogno di circa 1 Km. Cosa può cambiare, secondo voi, se a bordo di uno di quei bestioni il comandante tiene una carabina ad aria compressa? Niente, direte. Che danno può fare una carabina ad aria compressa, che spara (forse) a 50 metri un piombino da 1 grammo? E' un danno infinitesimo, se paragonato a quello che può fare un coso che pesa 150.000 tonnellate pieno di petrolio che magari sbaglia manovra. Infatti le nostre autorità si preoccupano.
Della carabina, ovviamente.
Ieri ho passato mezza giornata al telefono con Prefettura e Polizia, per ottenere da loro l'autorizzazione a far entrare, nelle acque territoriali italiane, la pericolosissima carabina ad aria compressa del comandante. Il fatto che tale carabina sia a bordo di una potenziale bomba atomica non è assolutamente rilevante. Il fatto che le armi ad aria compressa siano in libera vendita in mezza Europa è considerato poco più che una seccatura. Bollo da 14,62, e istanza che, per dovere di cronaca, riporto:

Alla spett.le

PREFETTURA DI TRIESTE
Ufficio polizia Amministrativa


Trieste, 29/08/2008

Il sottoscritto ____________________, Agente marittimo raccomandatario dell’armatore ______________________, in nome e per conto del comandante della nave ____________________ di bandiera Norvegese, iscritta al numero ________ delle matricole di Haugesund, prevista arrivare a Trieste martedì 2 Settembre alle 00.30 proveniente da Statfjord Oil Field (Norvegia) per compiere operazioni commerciali;

DA’ AVVISO

ai sensi dell’art. 16 comma 3 della legge 9/07/1990 e art. 28 del T.U.L.P.S.

delle presenza delle seguenti armi e munizioni costituenti dotazione di bordo:

- No 1 fucile FEINWERKBAU ad aria compressa cal. 4,5 mm, numero di serie 316051;
- Nr. 5000 munizioni per il suddetto.

Si fa presente che il comandante si impegna a custodire sotto la propria responsabilità le citate armi e munizioni in modo da evitare l’accesso alle medesime da parte di altri presenti a bordo finché la nave permarrà nelle acque territoriali.

Si allega alla presente documentazione ricevuta dal comandante relativa alle armi sopraccitate.


Con osservanza

Firma



Ora vorrei fare alcune considerazioni.
Io ho "prodotto" questa istanza in una mezz'oretta di lavoro.

Stampata, firmata, bollata, mi sono recato in prefettura per presentarla. Colà un impiegato si è letto la pappardella, l'ha protocollata. Lunedì verrà contattata la questura (telefonata, fax...) e, dopo qualche tempo, il prefetto in persona firmerà l'agognata autorizzazione. Che dovrò andarmi a prendere, per poi mostrarla a GfF e Polizia a bordo.

QUANTO COSTA QUESTA SCIOCCHEZZA?

A me 14,62 euro e due ore di lavoro.
A voi, cari contribuenti... molto di più.
Brunetta, è inutile che mi fai lavorare questi disgraziati come matti.
Meglio che stiano a casa e retribuiti: almeno avrei risparmiato il bollo e 2 ore di tempo.

martedì 19 agosto 2008

Vietato pensare

Scopro oggi che, a Trieste, se lasci l'auto parcheggiata con il finestrino aperto rischi una multa.
Mi direte: dalle altre parti non ti fanno la multa, te la fottono direttamente... ma questa cosa mi ha lasciato perplesso. Paese che vai, usanza che trovi, e recentemente i sindaci di diverse città si son dati da fare a inventarsi una serie di divieti improbabili e improponibili.
Come contromossa, ho deciso quindi di stilare un freddo elenco dei divieti più insoliti, anche per aiutarvi ad evitare spiacevoli sanzioni. Ma soprattutto per meditare sulla follia del sindaco medio.

Trieste:
- Vietato lasciare l'auto in sosta con finestini aperti (per fortuna non ho l'auto)
- Vietato introdurre bici nei giardini pubblici di Via Giulia (per fortuna non ho la bici)
- Vietato l'accesso ai cani agli stessi giardini pubbblici (per fortuna non ho cani)
- Vietato bere, acquistare e vendere birra e altri alcolici nei dintorni dello stadio in occasione delle partite di calcio.

Genova:
- Vietato circolare per strada con bottiglie di birra e/o alcolici in certe zone alla sera. Mi devo ricordare di procurarmi una mappa e contrassegnare i vicoli si e quelli no.
- Vietato l'accesso alla sopraelevata, per i soli motocicli, dalle 22 alle 6.

Novara:
- Vietato incontrare più di un amico al parco la sera. Con le zanzare che girano da quelle parti, non mi preoccuperei troppo.

Verona:
- Vietata la sosta per contrattare con le meretrici. Tirare sul prezzo può costare caro...
- Vietato fumare nei parchi giochi pubblici.

Trento:
- Vietato fotografare in piscina.

Eraclea:
- Vietato fare i castelli di sabbia sulla spiaggia. Invece di perder tempo con stupidi giochini, dedicatevi a costruire qualche cosa in cemento e mattoni, che tanto poi condoniamo tutto.

Viareggio:
- Vietato appoggiare i piedi sulle panchine sulla passeggiata del lungomare a qualsiasi ora del giorno.

Voghera:
- Vietato sedersi sulle panchine dopo le 23. Non è dato sapere se il divieto è esteso anche a paracarri e muretti.

Positano e Capri:
- Vietato camminare con gli zoccoli. Anche qui, non si specifica se sono ammessi quelli in gomma, e se si, fino quale numerazione.

Su tutto il territorio nazionale:
Vietato sparare cazzate e imporre divieti palesemente ridicoli.

Avete capito che scherzavo, no? L'ultimo divieto è finto.
Gli altri invece, sono tutti veri.

giovedì 10 luglio 2008

Burocrazia

Oggi voglio raccontarvi una storia.
I più attenti di voi sanno che lavoro in una agenzia marittima. Tra i compiti di una agenzia marittima c'è anche quello di coordinare spedizionieri, ricevitori, trasportatori per consentire un rapido fluire delle merci... e la settimana scorsa mi è capitata una cosa che mi ha fatto riflettere.
Dovete sapere che all'arrivo delle navi cariche di container, per ogni contenitore il ricevitore della merce deve pagare i cosiddetti "dazi di importazione" (tasse, IVA, ecc...) dopodichè deve anche procedere al pagamento della cosiddetta "Tassa erariale di sbarco". Per una serie di coincidenze che non sto ad elencare, è capitato che io mi si sia dovuto recare a pagare questa tassa per un container. Arrivato in dogana con la documentazione, sono stato accolto da 1 ora e mezza di fila, terminata la quale un funzionario doganale mi ha fornito una "distinta" (manifesto) di oltre 200 numeri di container nella quale individuare quello interessato. Individuato il numero e controllati i dati, si è passato al calcolo della tassa, che cambia a seconda del tipo di merce. Ottenuto l'importo da pagare, il funzionario ha stilato una bolletta di pagamento, a mano e in duplice copia (carta a carbone) e con una delle due copie sono andato alla cassa (poca coda, questa volta) dove, una volta saldato l'importo, mi è stata vistata la bolletta. Con quel pezzo di carta il container può finalmente uscire dal porto.
Dove sta la particolarità di tutto questo?
Guardiamo la bolletta:

Si, avete letto bene. 33 centesimi di euro. Anzi, "Diconsi euro zero/33.
Io quindi sono dovuto salire in moto, fare 12 Km per raggiungere la dogana, perdere 2 ore di tempo, farmi altri 12 Km a tornare. Per pagare euro zero/33. Lo stato, con questa ingente somma, dovrebbe pagare:

1 - carta speciale (2 fogli)
2 - carta carbone (1 foglio)
3 - 10 minuti di tempo di un funzionario
4 - 5 minuti di tempo di un cassiere

Questa procedura viene fatta per MIGLIAIA di contenitori ogni settimana.
A detta di chi ha lo fa tutti i giorni, non si pagano mai più di 2 euro.
Non è vero che i dipendenti pubblici sono tutti fannulloni: a volte lavorano come pazzi (e questo è una di quelle volte... avreste dovuto vedere le condizioni di lavoro dei funzionari) però per dare un disservizio (io come altri perdiamo ore e ore di tempo) e sperperare denaro pubblico.

Brunetta, oltre a cercare i fannulloni, dovrebbe attivarsi per riformare radicalmente la burocrazia... cosa più difficile, temo.

venerdì 13 giugno 2008

Sicurezza

Parola magica, in nome della quale i nostri governanti fanno qualsiasi cosa.
Ma la sicurezza di chi? E nei confronti di cosa?
Sicurezza in città: è di oggi la notizia che 2.500 militari verranno stanziati nelle aree metropolitane per "garantire la sicurezza". A me questa cosa non va mica tanto bene. I militari non sono esperti di lotta alla criminalità. Sono (o dovrebbero essere) esperti nel fare la guerra. E la guerra in area metropolitana non la vedo di buon occhio: sicuramente qualcuno si farà male.
Sicurezza sul lavoro: in questi giorni gli operai dei cantieri sembrano particolarmente soggetti a cadere vittime di incidenti. Il presidente della repubblica si rammarica, a volte tuona... ma i lavoratori sicuramente continueranno a crepare.
Sicurezza sulle strade: l'anno scorso l'Italia ha stanziato circa 54 milioni di euro per incrementare la sicurezza stradale. Da quest'anno meno di 18... dopo il taglio dell'ICI, i soldi da qualche parte bisogna tirarli fuori. Quindi gli oltre 5.000 morti annui sulle strade italiane sicuramente aumenteranno. Morti, ma con 200 euro in tasca all'anno in più (mediamente).
Sicurezza delle comunicazioni: onde consentire ai malviventi di potersi scambiare consigli e opinioni, è in fase di approvazione un ddl che introduca pene severe per chi ne intercetta le comunicazioni (magistrati, forze dell'ordine). Sicuramente alcuni reati diventeranno molto ardui da perseguire, come ad esempio l'evasione fiscale, la truffa...
Ancora molte sicurezze saranno incrementate nei prossimi mesi: quella di beccarsi un tumore perché si vive vicino ad un inceneritore e/o ad una discarica più o meno abusiva, quella di veder buttati via valanghe di soldi nella costruzione di opere non solo inutili, ma anche dannose (ponte sullo stretto di Messina, ma magari anche qualche bella centrale nucleare...) ed infine, last but not least, la sicurezza di vedere sempre le stesse facce da imbonitori che cercano di convincerci che "sono necessari dei sacrifici" per uscire dalla situazione di crisi.
Sicuramente i sacrifici li faranno fare a qualcun altro.

domenica 18 maggio 2008

Consumismo

L'altro giorno ho accompagnato mio papà a cambiare il telefonino.
Lui è fatto così: se una cosa minaccia di creare problemi la cambia... ha fatto così anche con due mogli :-).
Andiamo al centro commerciale e vediamo cosa offre il mercato, considerando alcune "specifiche" da rispettare: costo ragionevole (sotto ai 300 euro), Dimensioni ridotte, bluetooth (per auricolare e scambio dati con PC) e macchina fotografica in grado di scattare una foto ad un container da 20 piedi senza farlo sembrare una torta sacher.
Entriamo nel meganegozio spacciatore di tecnologia, pensando che le nostre richieste sarebbero state esaudite in un battibaleno... errore.
Impossibile trovare un cellulare che soddisfi le specifiche.
Quelli con una fotocamera dignitosa in genere hanno anche il lettore mp3 e sono grandi quanto una buick del '56. Quelli più piccoli con la fotocamera non hanno il bluetooth. Quello che potrebbe andare bene, anche se ha troppe cose... costa 789 euro. Dopo mezz'ora di traccheggiamenti col commesso, mi viene l'idea geniale:"pà, ma cosa esattamente ha che non va il tuo vecchio cellulare?" scopro così che la carica della batteria dura poco e che il guscio è praticamente consunto dall'uso. Allora chiedo se è possibile cambiare la batteria e il guscio (è un cellulare di una nota marca finlandese) e qui comincia il bello: cerca che ti ricerca... non hanno la batteria. Ok, proviamo in un altro negozio, a pochi metri dal primo... mentre aspettiamo in coda, individuo la batteria incriminata. Arriva il nostro turno e la indico alla signorina, che la passa sulla cassa elettronica...
- "mi spiace, non la posso vendere."
- "?????"
- "Ce l'ho fisicamente, ma non è in inventario."
- "Allora facciamo così: la rubo e le dò i soldi in nero, così siamo a posto"
- "Eh no, devo verificare perchè non è presente in inventario"
quindi parte con una supercazzola incomprensibile sui codici di batterie possibili... morale: niente batteria.
Passiamo ad un terzo negozio, ma neanche lì riusciamo ad individuare la preziosa batteria.
A questo punto mi sorge spontanea una riflessione. Viviamo in un mondo in cui non solo siamo spinti a consumare il più possibile (e passi) ma dobbiamo consumare quello che ci viene imposto. Non è possibile che in tre negozi non ci sia una batteria di un cellulare che fino al mese scorso era esposto in vetrina!!! C'è l'evidente volontà di spingerti a cambiare il cellulare... ma con uno che vogliono loro, non con qualcosa che ti potrebbe effettivamente essere utile. Questo vale per molti altri prodotti; ma il più eclatante sono le automobili. C'è qualcuno che sentiva la mancanza dei comandi vocali sull'auto? O del cambio sequenziale sportivo? Vengono prodotte auto sofisticatissime, supertecnologiche, ma che sfruttano ancora il motore a scoppio, tecnologia che è un pochino passatella...
Oggi compri un'automobile che fa i 230 Km/h, ha l'aria condizionata, i comandi vocali, il navigatore satellitare, l'antibloccaggio ruote, l'antipattinamento... ma se devi fermarla, quando è lanciata in piena velocità, ha bisogno di 2 campi da calcio per fermarsi, e consuma il 70% circa del carburante per scaldare l'aria intorno al motore e agli organi di trasmissione.
Voglio una macchina che faccia 50 Km con un litro. Non mi interessa che abbia la vernice metallizzata e l'antiappannamento del cruscotto: deve fare una velocità massima di 140 Km/h, essere fatta di materiale che non si graffi a guardarlo e DURARE almeno 20 anni.
Voglio un cellulare senza macchina fotografica, lettore Mp3 e altre cretinate, ma che abbia il BT per poter usare un auricolare senza fili, che la batteria duri almeno una settimana e che sia piccolo. Ah, nota a margine: se ci siamo accordati sulla forma da dare alle flange che collegano le petroliere ai depositi costieri, potremmo accordarci sulla forma da dare ai connettori per i caricabatterie dei cellulari? Grazie.

giovedì 15 maggio 2008

Krk (Veglia)

Chi non è abituato a sentir chiamare le cose con due nomi, oppure non ha buona memoria... è fregato. Tutto il territorio che va da Trieste a Spalato è stato conteso per anni da vari pretendenti, e i nomi dei luoghi sono spesso traduzioni di traduzioni di traduzioni... Koper (Capo d'Istria), Opatja (Abbazia), Rijeka (Fiume) e Krk (Veglia) sono solo alcuni esempi.
Veglia (nonostante suoni "nostalgico", proprio non riesco a chiamarla Krk) è grande quanto l'Isola d'Elba, ed è incastonata tra la costa dalmata e l'Istria. E' collegata alla terraferma da un maestoso ponte, per accedere al quale occorre passare dalla famosa Bakar, meglio nota come Buccari (prima foto). Fu teatro di un fatto storico abbastanza noto, durante la prima guerra mondiale: chi volesse approfondire trova un po' di informazioni qui: Beffa di Buccari.
Una volta attraversato il ponte, ci si ritrova su un'isola con una vegetazione bassa ma abbondante, e che talvolta ofrre degli scorci mozzafiato. Ad esempio, la foto qui a fianco è stata scattata sulla strada che porta a Baska, uno dei piccoli paesini che punteggiano la costa frastagliata. Le isole che si vedono in lontananza sono Grgur e la tristemente nota Goli Otok (Isola calva). L'Isola Calva, così denominata a causa del suo aspetto (è una piccola isola rocciosa battuta dalla bora e quasi priva di vegetazione), è divenuta tristemente famosa nel secondo dopoguerra quale sede di un campo di concentramento destinato ad ospitare gli oppositori al regime di Tito.
Il centro abitato più grande ha lo stesso nome dell'isola, e si trova sulla costa Sud. Il turismo ancora non ha completamente stravolto questi luoghi, che in periodi diversi dall'altissima stagione mantengono una dimensione umana, e consentono di godersi in santa pace le bellezze naturali.
Chi ha costruito questa casa sulla scogliera la sapeva lunga... o forse non temeva i reumatismi.



lunedì 7 aprile 2008

Istria, terra di confine

L'Istria è un luogo particolare.




Simile all'umbria ma meno lussurreggiante, dotata di coste splendide, e borghi che non hanno nulla da invidiare a quelli a me ben noti della riviera ligure.

Solo negli ultimi 200 anni, ha cambiato 6 "padroni":

- Francesi (1805-1813)
- Austriaci (1814 - 1918)
- Italiani (1919 - 1945)
- Angloamericani/Jugoslavi (1945 - 1954)
- Jugoslavi (1954 - 1991)
- Sloveni e Croati (1991 - 2008)

Gli Istriani ostentano una certa indifferenza nei confronti delle vicissitudini politiche della loro terra: parlano un misto di Italiano, Serbocroato, Tedesco; continuano a vivere in uno dei luoghi più semplici e belli che io abbia visto, e perpetuano le loro tradizioni... che culinariamente parlando, hanno il loro bel perchè ;-)

una delle caratteristiche più affascinanti di questi luoghi è il repentino cambio di paesaggi: si va

dalle colline boscose... ...agli altopiani brulli... ...ai borghi marinareschi









tutto nel raggio di pochissimi chilometri.

Un po' di me

Dopo il doveroso incipit, penso di dover scrivere qualcosa tanto per far sapere al lettore (a proposito: d'ora in poi, caro lettore, ti do del tu) qualcosa in più dell'ennesimo tizio che apre un blog.

Quindi, caro lettore, eccoti servita una mia breve biografia:

Chi sono? Da dove vengo? Dove vado?

Sono uno. Se sono con altre persone, e qualcuno dice: "erano tre o quattro" di solito "o quattro" sono io. Nato nel 1975, a Genova, ho avuto un'infanzia abbastanza normale... a parte qualche problemino familiare (genitori divorziati). Cresciuto sotto l'ala protettrice dei nonni paterni, mi sono distinto subito per saper sfruttare la mia capacità cerebrale leggermente superiore alla media: studiavo poco per ottenere risultati "dignitosi"... a volte studiavo nulla per ottenere risultati sufficienti. Nel frattempo mi dedico anche alla musica (suono chitarra e basso), e con i Rudymentali giro un po' il nord Italia facendo serate nei locali. Arrivato all'università, e complici le prime storie sentimentali "serie" il gioco non regge più: il mio rendimento crolla, e con esso parte della mia autostima. Mi butto nel magico mondo del lavoro prima come impiegato in autonoleggio, poi come autista di mezzi di soccorso per la Croce Rossa, poi partecipo ad una tournée di F. de Gregori come tecnico del suono... e infine arrivo al mio grande amore: l'informatica. E' sempre stato il mio hobby, ma nel 2000 comincio a lavorare presso una software house di Genova, dove imparo l'arte del sistemista. E' un lavoro strano, dà grandi soddisfazioni ma può risultare molto noioso e ripetitivo: credo di essere un sistemista molto bravo... ma nel 2005 arriva lo scossone: la proposta, da parte di mio papà, di trasferirisi a Trieste per imparare un altro mestiere: l'agente marittimo.

La proposta è ghiotta: in questi anni il mio genitore si è sbattuto come la maionese su è giù per il nord italia (Genova, Milano, Trieste, Milano, Genova, Trieste in soli 7 anni...) ma finalmente è riuscito ad avere una agenzia marittima tutta sua, e mi vedrebbe bene al timone mentre lui se ne sta un po' in cuccetta.

Tentenno. A Genova ho affetti, amici, fidanzata, casa, un lavoro che mi piace. A Trieste ho solo mio papà, e avrei un lavoro che non so se mi piace... ma che mi dà l'occasione della vita. Da bravo pazzo quale sono, mi trasferisco a Trieste, dove inizio a imparare il mestiere partendo dal basso: facendo il "water clerk" una sorta di "fattorino di concetto" che deve parlare bene inglese.

In questo periodo vengono a galla diverse tensioni familiari, che mi portano sul classico "orlo di una crisi di nervi": devo infatti rivedere e rielaborare alcune questioni che per pigrizia e opportunismo avevo considerato "chiuse" ma che tornano prepotentemente a galla.

Credo, dopo 3 anni, di aver sistemato un po' le cose. Si poteva far meglio, certo... ma il grosso è fatto. Merito di chi? Di tutti i miei cari, che hanno saputo aiutarmi e volermi bene anche quando era difficile, e di quello che ho in mezzo alle orecchie, che proprio da buttare non è.

Dimenticavo: nel frattempo (da fine 2004) mi sono scoperto motociclista. O motocazzeggiatore? Insomma, mi piace andare in moto. Tanto. Mi rilassa, mi riconcilia con me stesso e con il mondo. Tanto che faccio circa 20.000 Km all'anno con la mia Suzuki V-strom 650, usandola ogni giorno per andare a lavorare, e appena posso per fare qualche giretto. Sono anche diventato admin della community italiana della v.strom, v-strommers.it

Sono legato sentimentalmente da oltre 10 anni con "misspinna" ;-) e stiamo mettendo su casa... a Genova, naturalmente. Facciamo i pendolari dell'amore, e chissà che non sia quello uno dei motivi per cui, dopo quasi 10 anni, pensando a noi... mi viene in mente un verso di Guccini:

Non fu facile volersi bene, restare assieme
o pensare d'avere un domani e stare lontani;
tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?" In ogni cosa un pensiero costante,
un ricordo lucente e durissimo come il diamante
e a ogni passo lasciare portarci via da un'emozione non piena, non colta:
rivedersi era come rinascere ancora una volta.

Il verso successivo... spero non diventi mai realtà.

domenica 6 aprile 2008

Incipit

Un tempo avevo un blog.
Poi, come la maggior parte delle cose della vita (almeno della mia) ho perso interesse per lui... e lentamente l'ho lasciato cadere nell'oblio.
Periodicamente mi ripropongo di "riaccenderlo" ma questa volta ho deciso di cominciare con uno nuovo. Vediamo se dura...