martedì 18 ottobre 2011

Cattiveria

Oggi è uno di quei giorni in cui la mia cattiveria sconfigge il mio lato "politically correct".
Leggo su Repubblica online:

"Roma, preso il giovane che lanciava l'estintore"

e penso:

"A Genova avevano fatto prima..."

sabato 13 agosto 2011

Rieccomi...


C'è voluto un po' di tempo, ma rieccomi qua.
I miei affezionati lettori ricorderanno che nei mesi scorsi ho avuto da lavorare parecchio, quindi avevo difficoltà a trovare il tempo per scrivere su questo blog. Adesso le cose vanno molto m..... molto uguale a prima. Lavoro in aumento, follie delle pubbliche amministrazioni sempre in agguato, periodo di ferie per i collaboratori. Quindi superlavoro, ma nonostante tutto mi sforzo di scrivere qualche minchiata.

Siamo di nuovo in crisi, ammesso che ne fossimo mai usciti: il premier ha dichiarato che, a malincuore, dovrà "mettere le mani in tasca agli italiani". Guardi egregio, per me le mani può anche mettermele in tasca. Mi sarebbe caro però se prima potesse togliermi il cazzo dal culo, perché quello si che dà un po' fastidio...

E dopo questa perla di umorismo scurrile e piazziaiuolo, inauguriamo la rubrica


"La minchiata del mese"

Si aggiudica il prestigioso premio, per Agosto 2011....

La proposta del presidente di confindustria Veneto

Per chi non avesse voglia di leggersi l'articolo, sintetizzo:"Tomat: gli operai lavorino gratis
cinque giorni per cinque anni. La proposta del presidente di Confindustria Veneto: anche i lavoratori possono fare la loro parte, devolvano i soldi di quelle giornate all'impresa o a un fondo".

Ma quanto deve aver bevuto questo per poter pensare una cosa del genere?
Da dove è arrivato, direttamente dall'antico Egitto?
Non solo uno deve lavorare per quattro soldi, ma in più dovrebbe devolvere mezza giornata al mese all'azienda o ad un fondo non meglio specificato. Almeno fossero onesti, e dicessero: guarda, mi costi troppo: stattene a casa mezza giornata, non ti pago quella mezza giornata e amici come prima.
No: vieni a lavorare, produci... ma gratis. A casa mia questa si chiama schiavitù, caro dott. Tomat.

Per finire questo micro-coacervo di minchiate, volevo segnalare anche l'ottima impostazione della manovra finanziaria "correttiva".
Per chi guadagna oltre 90000 euro all'anno prelievo supplementare del 5% sulle tasse. Per chi va oltre ai 150000 aliquota al 10%. Per chi guadagna 1 milione di euro... sempre 10%. La parola "proporzionalità" deve ancora entrare nelle zucche di questi fenomeni che ci governano.

A presto, spero...

venerdì 1 aprile 2011

Difesa territoriale

L'altro giorno, mentre ero in macchina tra Genova e Trieste, il mio cervello annoiato ha unito alcuni neuroni. In uno c'era la notizia dello sbarco a Pozzallo di diverse centinaia di disperati provenienti dalla Libia. In un altro c'era l'informazione che l'Italia è in guerra con la Libia.
Un terzo neurone ha detto:"ehi ragazzi, ma tra le coste libiche e Pozzallo mi sembra che ci siano quasi 500 Km di mare". A quel punto un quarto ha esclamato:"Cazzo, siamo davvero in buone mani. Se un barcone di disperati riesce a viaggiare per 500 km, non visto, e a portare il suo carico fin sull'italico sacro suolo... meno male che erano profughi, e non l'equivalente dei marines libici: diversamente ci saremmo giocati la Sicilia."
Eh, direte voi... ma sicuramente il natante era monitorato: lo avranno seguito, controllato e scortato. a giudicare da quanto scrivono i siti di informazione, non è andata proprio così:

RAGUSA - Un barcone con circa 500 migranti a bordo, fra i quali anche donne e bambini, è approdato a Pozzallo, in provincia di Ragusa. Il barcone si è incagliato a 50 metri dalla riva e alcuni migranti hanno raggiunto la riva a nuoto, dando l'allarme e riferendo che il numero delle persone a bordo è di circa 500.

Capisco che l'Italia ha 8000 km di coste, ed è difficile controllarle tutte. Capisco anche che sia noioso star lì a guardare nel blu, senza che accada mai niente di eccitante. Però, considerato che:
- Li stiamo bombardando
- Ce l'hanno giurata
- E' sufficiente mettersi in mare con qualcosa che galleggia per arrivare in Italia

Mi sembrerebbe coretto dare un'occhiata un po' più attenta a quel che accade nel mare a sud della Sicilia.

Lo so, non ci crederete mai, ma nel momento esatto in cui sto scrivendo queste righe, mi arriva una e-mail sulla casella postale lavorativa, indirizzato a tutte le agenzie marittime di Trieste:

Oggetto: NATO EMBARGO OPERATIONS IN THE VICINITY OF LIBIA NAVAREA III

SI TRASMETTE, IN ALLEGATO, COPIA DEL MSG N.03.03.01/3940/C.O. RELATIVO ALL’OGGETTO RAPPRESENTANDO LA NECESSITA’ DI ADEGUARSI A QUANTO IN ESSO CONTENUTO, RAMMENTANDO, CHE IL NAVIGLIO NAZIONALE, IN TRANSITO NELL’AREA D'INTERESSE, E’ TENUTO AD INVIARE AL NATO SHIPPING CENTRE LO SPECIFICO REPORT, CORREDATO DI IMO NUMBER, LAST/NEXT PORT OF CALL E UFFICIO D’ISCRIZIONE, COME RIPORTATO NEL DOCUMENTO IN PAROLA.

Ecco il controllo tanto auspicato! Vorrei rammentarvi che siamo a Trieste, 2000 Km dalla LIBIA NAVAREA III. Vorrei inoltre rappresentarvi che s'è fatta una certa ora: andate a dormire, che è meglio.

martedì 22 marzo 2011

Speculazioni

Sono un uomo fortunato.
Non ho vinto al totocalcio, ma ho un lavoro che mi piace, mi dà delle soddisfazioni e soprattutto mi consente di mantenere un buon tenore di vita: diciamo che non ho il problema di arrivare alla terza settimana, e neanche alla quarta. Se i mesi fossero di cinque settimane, comincerei a dovermi preoccupare. Questa mia condizione privilegiata fa sì che io eviti bellamente di preoccuparmi di alcune cose che invece sono molto sentite dall'uomo medio, una tra queste è il prezzo della benzina. E non tanto perché io faccia come il carabiniere di cui vi ho raccontato un po' di tempo fa ma perché i rincari del prezioso carburante mi lasciano più o meno indifferente. Spendere uno o due euro in più per fare il pieno alla moto non mi cambia assolutamente nulla. Poi parlando di benzina sono doppiamente fortunato, perché vivo a Trieste, che è letteralmente circondata da territorio sloveno, dove notoriamente i carburanti (e non solo quelli) costano meno. Secondo voi, un genovese dove va a fare benzina? Dove costa meno. E io dove vado? Dove è più comodo... quindi in Slovenia, dove i distributori sono aperti quasi 24 ore su 24, sono self service, accettano senza svorapprezzi la carta di credito e non c'è quasi mai coda. In più risparmio qualche centesimo al litro. Eh già, son finiti i tempi in cui in Italia la verde costava un euro al litro e di là 70 cent. Piano piano i cugini d'oltre confine si sono allineati: la differenza di prezzo si è ridotta a 5 cent, a volte meno...
Fino a due mesi fa.
In Italia la verde è balzata da 1,30 euro al litro a 1,50. In Slovenia è rimasta a 1,25. Non sono un esperto del ramo... ma penso che ci siano due possibilità: o OMV e Unipetrol slovenia si sono tramutate in associazioni senza scopo di lucro, o ENI, Shell Italia, ERG e Esso vi stanno inculando 25 centesimi al litro da due mesi (per tacere del resto, eh). Marca bravo a Mr. Prezzi, Adiconsum e Autorià garante della concorrenza e del libero mercato.

domenica 13 marzo 2011

Informazione a mano armata

Alcuni di voi già lo sanno, altri lo scopriranno a breve e magari si stupiranno... due anni fa ho preso il porto d'armi per uso sportivo. Mi è sempre piaciuto il tiro a segno, e dopo anni di tentennamenti mi sono deciso a fare quelle quattro carte necessarie all'ottenimento del documento. Quindi ogni tanto prenoto il poligono, e vado a sparacchiare ai bersagli, a volte con la pistola, a volte con una carabina. E' un'attività che richiede concentrazione, coordinazione dei movimenti e pazienza... quindi mi si addice abbastanza. Frequentando il poligono ho avuto modo di conoscere alcune persone meravigliose, sinceramente appassionate al tiro a segno che insegnano ai novizi come me le tecniche di tiro, ma soprattutto si prodigano per far sì che il novizio maneggi le armi sempre nel modo più sicuro possibile. Recentemente ho saputo che è possibile assicurarsi per eventuali danni a cose e persone causati nell'esercizio del tiro. Eh, ma costerà tantissimo, pensavo... con tutti i morti ammazzati di cui si sente parlare, gli omicidi per gelosia, i suicidi, gli incidenti di caccia... Un'arma da fuoco è una cosa pericolosa: può uccidere o ferire una persona con molta facilità, soprattutto se maneggiata impropriamente. Assicurare il titolare contro i danni causati a terzi... minimo minimo costerà tanto quanto l'RCA auto.
E invece no. Costa 73 euro all'anno. E siccome sono cuorioso, mi chiedo: come mai?

Magari l'assicurazione per l'arma da fuoco non copre bene come quella dell'auto...sbagliato. 1.500.000 euro per danni a terzi, e copre anche i danni subiti dal titolare (cosa che con l'RCA auto non sempre avviene).
Ah, ho capito. Ad assicurarmi sarà qualche ONLUS che fa regali a noi guerrafondai... no, la società assicuratrice è l'INA - Assitalia, non proprio famosa per essere un'associazione senza scopo di lucro.
Eppure qualcosa di strano ci deve essere... facciamo due conti. In Italia ci sono circa 2.500.000 persone autorizzate, a vario titolo, ad utilizzare un'arma da fuoco. La maggior parte sono quelli che, come me, si recano ad un poligono per sparare ai bersagli o a dei piattelli. Poi ci sono i cacciatori, infine forze dell'ordine e persone che hanno il porto per difesa personale.
Le statistiche dicono che ogni anno muoiono, per colpi da arma da fuoco, circa 100 persone.
Il rapporto armati/morti è di 1 a 25.000
Sempre in Italia, ci sono 25.000.000 di persone patentate, e circa 5000 morti per incidenti stradali all'anno.
Il rapporto patentati/morti è di 1 a 5000.
Cinque volte peggiore rispetto a quello dei morti per armi da fuoco.
Guardacaso, io per assicurare la mia Toyota Yaris per la RCA, pago esattamente cinque volte quello che pago per la mia polizza per gli infortuni legati all'uso delle armi. Posso dormire sonni tranquilli. l'INA - Assitalia ha fatto bene i suoi conti, non avrò i suoi azionisti sulla coscenza. Chi invece farebbe meglio a fare un po' meglio i propri conti siamo noi creduloni, che ci beviamo senza pensarci un po' su le informazioni passate dai media, che fanno passare attività pericolosissime per "normali" e attività molto meno pericolose come "terribilmente lesive della pubblica incolumità".

lunedì 21 febbraio 2011

Kiribati, Trieste.

Il mio è un lavoro strano, l'ho già detto e scritto tante volte.
Però ha degli aspetti positivi, uno dei quali è che si incontrano persone di ogni parte del mondo, quindi difficilmente ci si annoia.
Tempo fa ho dovuto assistere, durante la sua permanenza in porto, la portacontainer "Port Said". E' una nave feeder: effettua una rotazione che prevede l'approdo in diversi porti tra Tirreno e Adriatico. Prima dell'arrivo a Trieste, il comandante (tedesco di Germania) mi manda la lista equipaggio... e qui ho la prima sorpresa: dopo gli scontati tedeschi (master e chief engineer) Filippini (primo ufficiale, secondo, cuoco) Ucraini (ufficiali di macchina), noto che tutta la bassa forza, alla voce "nationality" riporta: Kiribati.
Siccome in geografia sono ignorante come pochi, mi sono documentato, scoprendo che trattasi di arcipelago dell'Oceano Pacifico. Appurato con la polizia che non ci sono problemi per il rilascio dei lasciapassare per consentire ai marittimi di scendere a terra (Iraniani e Pakistani, ad esempio, non possono scendere sul sacro suolo italico) preparo i soliti documenti e mi dimentico del simpatico arcipelago.
Fino alla domenica mattina, quando la nave ormeggia.
Arrivo in porto di corsa, trafelato, incazzato col mondo e con le autorità competenti che mi costringono a fare dei lavori palesemente inutili... ma questa è un'altra storia.
Sono a bordo, e sbrigo il mio lavoro con la consueta, maledetta fretta. Mi accorgo a malapena che i marinai della nave sembrano tutti dei giocatori di rugby degli "all blacks": scuri di pelle ma non troppo, naso da pugile, corpi tozzi e robusti.
Mentre mi scapicollo giù per la scaletta, diretto alla moto... vedo che un marinaio è sceso sul pontile, e ha in mano un bastone.
Anzi, non è un bastone. E' una specie di arpione: da un lato ha come delle stecche di ombrello disposte "a pigna" e dall'altro c'è una fune per il recupero.
Mentre mi rendo conto di cosa sia quell'attrezzo... lui comincia a pescare, nello spazio tra la il molo e la nave. E al primo tentativo, tira su 2 cefali da porzione.
Non si cura minimamente di me che lo guardo stupito: finisce pietosamente i due pesci, fa ancora un paio di lanci e dopo meno di cinque minuti risale a bordo con il pranzo in un secchio.
La naturalezza di quei gesti, l'abilità consumata mista ad una sorta di religiosità stridevano in un modo impressionante con le transtainer che rumoreggiavano in sottofondo e il viavai dei camion. Mi sarebbe piaciuto scattare qualche foto, ma come sempre, la macchina fotografica era a casa, al calduccio... maledetta pigrizia e maledetta fretta.

lunedì 17 gennaio 2011

Non sono (ancora) morto.

Alcuni lettori reclamano a gran voce un cenno di vita... eccolo.

Purtroppo sto attraversando un periodaccio, lavorativamente parlando. L'agenzia delle Dogane ha deciso di introdurre una serie di innovazioni, che hanno l'effetto si spostare il lavoro verso gli utenti. E' una tendenza diffusa: siccome non sono in grado/non ho voglia/non ho risorse per fare tutta una serie di lavoretti... trovo il modo di farli fare a qualcuno che non può sottrarsi. Hanno cominciato le banche con i bancomat al posto degli sportelli, poi è arrivato internet... e vai con l'home banking. E gran parte del lavoro che un tempo veniva svolto da uno stuolo di cassieri, oggi lo fa ciascun correntista, nel suo piccolo. Io un po' ho imparato la lezione, e sto cercando di far lavorare gli altri al posto mio. Ma per poterlo fare, occorre riorganizzare tutta una serie di cose. Quindi mi scoppio giornate di 12/15 ore da circa tre settimane, sabati domeniche, festivi e isole comprese.
Prometto che appena finisce 'sta bufera ritorno alla grande... nel frattempo non scappate tutti!

A presto...