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sabato 13 agosto 2011

Rieccomi...


C'è voluto un po' di tempo, ma rieccomi qua.
I miei affezionati lettori ricorderanno che nei mesi scorsi ho avuto da lavorare parecchio, quindi avevo difficoltà a trovare il tempo per scrivere su questo blog. Adesso le cose vanno molto m..... molto uguale a prima. Lavoro in aumento, follie delle pubbliche amministrazioni sempre in agguato, periodo di ferie per i collaboratori. Quindi superlavoro, ma nonostante tutto mi sforzo di scrivere qualche minchiata.

Siamo di nuovo in crisi, ammesso che ne fossimo mai usciti: il premier ha dichiarato che, a malincuore, dovrà "mettere le mani in tasca agli italiani". Guardi egregio, per me le mani può anche mettermele in tasca. Mi sarebbe caro però se prima potesse togliermi il cazzo dal culo, perché quello si che dà un po' fastidio...

E dopo questa perla di umorismo scurrile e piazziaiuolo, inauguriamo la rubrica


"La minchiata del mese"

Si aggiudica il prestigioso premio, per Agosto 2011....

La proposta del presidente di confindustria Veneto

Per chi non avesse voglia di leggersi l'articolo, sintetizzo:"Tomat: gli operai lavorino gratis
cinque giorni per cinque anni. La proposta del presidente di Confindustria Veneto: anche i lavoratori possono fare la loro parte, devolvano i soldi di quelle giornate all'impresa o a un fondo".

Ma quanto deve aver bevuto questo per poter pensare una cosa del genere?
Da dove è arrivato, direttamente dall'antico Egitto?
Non solo uno deve lavorare per quattro soldi, ma in più dovrebbe devolvere mezza giornata al mese all'azienda o ad un fondo non meglio specificato. Almeno fossero onesti, e dicessero: guarda, mi costi troppo: stattene a casa mezza giornata, non ti pago quella mezza giornata e amici come prima.
No: vieni a lavorare, produci... ma gratis. A casa mia questa si chiama schiavitù, caro dott. Tomat.

Per finire questo micro-coacervo di minchiate, volevo segnalare anche l'ottima impostazione della manovra finanziaria "correttiva".
Per chi guadagna oltre 90000 euro all'anno prelievo supplementare del 5% sulle tasse. Per chi va oltre ai 150000 aliquota al 10%. Per chi guadagna 1 milione di euro... sempre 10%. La parola "proporzionalità" deve ancora entrare nelle zucche di questi fenomeni che ci governano.

A presto, spero...

giovedì 24 giugno 2010

La Panda deve morire.

Con buona pace del panda, che comunque... ha anche lui i suoi detrattori.
Giochi di parole a parte, volevo scrivere due considerazioni sulla questione Fiat, Panda, Polonia eccetera eccetera. Trovo che quanto sta accadendo alla Fiat sia emblematico: è la realizzazione di ciò che io (ma non solo io, eh...) vado predicando da anni. Non sono un economista, né un esperto di mercati internazionali, tuttavia da uomo semplice ho sempre considerato l'economia mondiale come un insieme di recipienti, più o meno capienti e appoggiati su un planisfero. La ricchezza è il liquido che ci sta dentro. In passato i mercanti, gli imprenditori, gli avventurieri... si davano da fare per spostare il liquido da un recipiente all'altro. Cercavano di portare quanto più liquido possibile nel recipiente poggiato sulla loro zona d'origine. Chi non capiva il gioco (ovvero gran parte del mondo che definiamo "terzo" al giorno d'oggi) si faceva portare via il liquido, e di conseguenza le possibilità di crescere e di svilupparsi diminuivano drasticamente. La storia è andata avanti così per secoli, con alcune litigate tra i bevitori più forti per accaparrarsi le sorgenti migliori. Ma un bel giorno è arrivata la globalizzazione, sorella dell'informatizzazione e del libero fluire delle informazioni. Io la visualizzo come una serie di tubicini, che collegano tutti i recipienti tra loro.
Avete presente i vasi comunicanti, vero? Il liquido si sposta dai recipienti colmi a quelli quasi asciutti. E continuerà a farlo, fino a raggiungere l'equilibrio. La Cina comunista, un bel giorno ha detto: "a cosa state giocando voi? Ah, il capitalismo. Posso giocare anche io, vero?" E un miliardo e passa di cinesi si sono seduti al tavolo, ma senza badare alle "convenzioni" e potendo contare su un regime totalitario e una massa di persone immensa. Hanno messo il loro secchio sul planisfero, e lo hanno collegato con fior di tubi agli altri secchi. E il liquido, inesorabilmente, fluisce.
Un operaio in Cina percepisce un quinto del salario del suo omologo in Italia. Poche palle: o si sposta la fabbrica in Cina, o si cambia mestiere. Magari si può produrre qualcosa che non sia redditizio in Cina... o magari si chiude tutto e tanti saluti all'italica industria manufatturiera. A me sembra tutto mortalmente semplice. Forse sono un sempliciotto, o magari un cinico figlio di puttana... ma se fossi Marchionne:
1) comincerei a pensare che tra 20 anni le automobili non saranno un gran business: inutile quindi investirci tempo e denaro
2) siccome in Cina costa meno, produco là.
3) In Italia si mantengono solo i servizi "essenziali": marketing, progettazione... il cervello, insomma.
Quando i cinesi sapranno fare anche quello... vedi il punto 1.
Mi fanno sorridere coloro che si scagliano contro i dirigenti di Fiat, che costringono i lavoratori a rinunciare ai diritti faticosamente guadagnati. Così come mi fanno sorridere gli "imprenditori" che cercano di mantenere delle posizioni di privilegio, e si mostrano indignati davanti al sacrosanto rifiuto degli operai di "cinesizzarsi". La soluzione al problema? Boh, sono un agente marittimo io, mica un economista. Il mio pensiero, estremamente riassunto... potrebbe essere:
Pomigliano si o Pomigliano no? Non importa. La Panda (e le grandi fabbriche in Italia/Europa) devono morire.

venerdì 12 dicembre 2008

Inflazione inflazionata

In questi giorni i media martellano: l'inflazione è in diminuzione.
Da tempo ho rinunciato a capire se la cosa sia positiva o meno: ho sempre di più la sensazione che la cosa importi molto poco. La "gente comune" lo prende sotto alla coda comunque.
In compenso ho rivalutato tantissimo un signore, a me purtroppo sconosciuto, che 35 (trentacinque!!!) anni fa fece una dichiarazione inconsapevolmente geniale e premonitrice.
Si tratta di un collega dello zio di un mio amico, ex carabiniere.
Nel 1973 lavoravano ambedue in una piccola caserma dell'entroterra ligure. Lo zio del mio amico, brigadiere, non perdeva occasione per divertirsi un po' alle spalle dell'appuntato: il classico uomo del sud dotato di certezze incrollabili ma poca istruzione. Il brigadiere quella mattina aprì il giornale, e la sua attenzione fu attratta da un articolo in cui si paventava un'ingente aumento del prezzo della benzina, a causa della del prolungarsi della chiusura del canale di Suez . Guardò l'appuntato, e pensando alla seicento di terza mano che questi si era comprato. dopo mesi di sacrifici... sbottò in un indignatissimo: "appuntato, avete visto! Aumenta di nuovo la benzina!".
La risposta, nella sua carabinieresca semplicità, andrebbe inculcata nelle zucche degli economisti di tutto il mondo:

"Brigadiè, ma a me che me ne futte? Tanto sempre cinquemilalire faccio."

Economia 0, uomo della strada 1. Palla al centro.