Il mio amico Dottordivago nei giorni scorsi
si è lamentato perchè la gente ha perso il senso dell'umorismo. E siccome so che il buon doc ha un senso dell'umorismo genuino e assolutamente comprensibile, penso che il grosso del problema stia nell'ignoranza diffusa che ormai permea la società. Ma non voglio ammorbare il lettore con un trattato su "umorismo e sociologia spicciola": voglio semplicemente, come al solito, strappare un sorriso facendo qualche riflessione.
Chi si è preso il nostro senso dell'umorismo? Io ricordo distintamente che anni fa si rideva e scherzava più spesso, anche tra sconosciuti. Spesso una battuta, sapientemente piazzata da chi ha il "tempo comico" giusto, aiutava a sdrammatizzare un evento spiacevole, e creava rapporti, amicizie.
Qualche anno fa ordinai, presso un negozio di autoricambi, un pezzo per il mio scooter. Una cosa da nulla: un pezzetto di plastica che, a detta del commesso:"costerà 3 euro". Bene, dopo qualche giorno mi presentai in negozio. Al momento di pagare, il commesso disse:"un attimo, controllo il prezzo sul computer". Io estrassi una banconota da 5 euro... ma mi accorsi che lui cambiava espressione. Con occhio stupito e preoccupato mi disse:"accidenti, costa 12 euro".
Vista la sua faccia, e vista la banconota che avevo in mano... il bastardo che è in me prese il sopravvento. Tirai fuori dal portafoglio un biglietto da 10, porsi le banconote al commesso dicendo sommesamente:"pazienza, vorrà dire che questa sera i bambini non avranno il dolce". Lui cercò invano di distogliermi dall'acquisto: io fui irremovibile. Dopo qualche minuto gli spiegai che stavo scherzando: non solo non avevo figli... ma grazie al cielo 9 euro di differenza non mi cotringevano a rinunciare al dolce. Ci facemmo una sonora risata, e per farmi perdonare gli pagai un caffè. Ancora adesso quando vado in quel negozio scherziamo su quell'episodio... ma oggi non lo rifarei più. Non perchè sia meno bastardo di allora (anzi...) ma perchè è molto difficile trovare una persona disposta ad accettare lo scherzo, o come direbbe
un mio amico che ha studiato... la cèlia.
E questo mi riporta alla domanda sopra: chi ci ha rubato il senso dell'umorismo? Io credo che siano state le condizioni in cui viviamo, e le pressioni dei media. Ogni giorno l'ambiente esterno ci spaventa con qualche nuova minchiata: il terrorismo islamico, la SARS, la disoccupazione, la criminalità, i Rom... scopo del gioco è spaventarci per poterci controllare meglio. Un uomo che non ha paura, ma che anzi sorride e affronta gli imprevisti con un pizzico di umorismo è pericoloso, perchè non è controllabile. Un uomo che invece è preda delle paure sarà sempre fedele al padrone... chiunque esso sia: il governo, il datore di lavoro, il capo... eccetera.
Qualcuno potrebbe dire che quelle citate sopra non sono minchiate.
Bene... andiamo con ordine:
- terrorismo: quante persone conoscete che sono morte di terrorismo islamico? Tiro a indovinare: 0
- SARS: come sopra... dovevamo morire tutti di influenza dei polli, e siamo ancora qui.
- disoccupazione: mi vanto di non conoscere NESSUNO che sia disoccupato da oltre un mese. Se hai voglia di lavorare, pare che si riesca sempre a trovare qualcuno disposto a sfruttarti...
- criminalità e immigrazione: oramai vanno a braccetto, secondo i media. Sei criminale? Sei immigrato. Sei immigrato? Sei criminale. Anche qui, conosco ben poche vittime della criminalità comune...
Invece conosco PERSONALMENTE vittime di incidenti stradali, di incidenti sul lavoro, di malversazioni economiche che li hanno portati sul lastrico... ma quello è meglio non sottolinearlo troppo, a parte qualche proclama ogni tanto: c'è il rischio che la gente si accorga davvero dove sta il pericolo.
Quindi noi siamo sempre più impauriti, e sempre meno propensi a ridere e scherzare. Lo so che "risus abundat in ore stultorum" (e adesso vi tocca andare a cercare il dizionario latino... ahahah) ma a me piace moltissimo una battuta attribuita al buon Bakunin: "Sarà una risata che vi seppellirà!". :-D