giovedì 24 giugno 2010

La Panda deve morire.

Con buona pace del panda, che comunque... ha anche lui i suoi detrattori.
Giochi di parole a parte, volevo scrivere due considerazioni sulla questione Fiat, Panda, Polonia eccetera eccetera. Trovo che quanto sta accadendo alla Fiat sia emblematico: è la realizzazione di ciò che io (ma non solo io, eh...) vado predicando da anni. Non sono un economista, né un esperto di mercati internazionali, tuttavia da uomo semplice ho sempre considerato l'economia mondiale come un insieme di recipienti, più o meno capienti e appoggiati su un planisfero. La ricchezza è il liquido che ci sta dentro. In passato i mercanti, gli imprenditori, gli avventurieri... si davano da fare per spostare il liquido da un recipiente all'altro. Cercavano di portare quanto più liquido possibile nel recipiente poggiato sulla loro zona d'origine. Chi non capiva il gioco (ovvero gran parte del mondo che definiamo "terzo" al giorno d'oggi) si faceva portare via il liquido, e di conseguenza le possibilità di crescere e di svilupparsi diminuivano drasticamente. La storia è andata avanti così per secoli, con alcune litigate tra i bevitori più forti per accaparrarsi le sorgenti migliori. Ma un bel giorno è arrivata la globalizzazione, sorella dell'informatizzazione e del libero fluire delle informazioni. Io la visualizzo come una serie di tubicini, che collegano tutti i recipienti tra loro.
Avete presente i vasi comunicanti, vero? Il liquido si sposta dai recipienti colmi a quelli quasi asciutti. E continuerà a farlo, fino a raggiungere l'equilibrio. La Cina comunista, un bel giorno ha detto: "a cosa state giocando voi? Ah, il capitalismo. Posso giocare anche io, vero?" E un miliardo e passa di cinesi si sono seduti al tavolo, ma senza badare alle "convenzioni" e potendo contare su un regime totalitario e una massa di persone immensa. Hanno messo il loro secchio sul planisfero, e lo hanno collegato con fior di tubi agli altri secchi. E il liquido, inesorabilmente, fluisce.
Un operaio in Cina percepisce un quinto del salario del suo omologo in Italia. Poche palle: o si sposta la fabbrica in Cina, o si cambia mestiere. Magari si può produrre qualcosa che non sia redditizio in Cina... o magari si chiude tutto e tanti saluti all'italica industria manufatturiera. A me sembra tutto mortalmente semplice. Forse sono un sempliciotto, o magari un cinico figlio di puttana... ma se fossi Marchionne:
1) comincerei a pensare che tra 20 anni le automobili non saranno un gran business: inutile quindi investirci tempo e denaro
2) siccome in Cina costa meno, produco là.
3) In Italia si mantengono solo i servizi "essenziali": marketing, progettazione... il cervello, insomma.
Quando i cinesi sapranno fare anche quello... vedi il punto 1.
Mi fanno sorridere coloro che si scagliano contro i dirigenti di Fiat, che costringono i lavoratori a rinunciare ai diritti faticosamente guadagnati. Così come mi fanno sorridere gli "imprenditori" che cercano di mantenere delle posizioni di privilegio, e si mostrano indignati davanti al sacrosanto rifiuto degli operai di "cinesizzarsi". La soluzione al problema? Boh, sono un agente marittimo io, mica un economista. Il mio pensiero, estremamente riassunto... potrebbe essere:
Pomigliano si o Pomigliano no? Non importa. La Panda (e le grandi fabbriche in Italia/Europa) devono morire.

mercoledì 2 giugno 2010

Gaza for dummies

Avete presente quei manualetti che si trovano in libreria, che dovrebbero aiutare a comprendere cose alquanto complesse in poche pagine? Roba tipo "internet for dummies" o "Guitar for dummies"... ecco io avrei bisogno di un bel manualetto dal titolo: "Israele e Palestina for dummies". Siccome non esiste, mi sono un po' documentato girando qua e là sul web, e quello che ne è venuto fuori si potrebbe intitolare: "Gaza for dummies".
Tra le poche cose che ho abbastanza chiare, la prima è che quei luoghi sono sempre stati un coacervo di religioni, etnie, storia... quindi un grandissimo casino. E dove volete che l'ONU e i Britannici vadano a "creare" uno stato destinato alla popolazione israeliana? Ma là in mezzo, naturalmente: tra Siria, Egitto, Palestinesi, Libano, Giordania. Ma non si poteva farlo in Sicilia? O in Corsica? Il clima più o meno è quello, il mare c'è, ma se non altro i vicini sono meno fastidiosi... vabbè, ormai la frittata è fatta. Premesso che non credo di essere razzista e tantomeno antisemita, trovo che i dati statistici disponibili sulla cosiddetta "contesa della striscia di Gaza" non facciano fare una gran figura ai miei amici dal prepuzio tonso.
Senza entrare nei particolari, da una parte c'è una massa di palestinesi disperati, affamati e incazzati, che sparacchiano qualche razzo causando, in tutto il 2008, circa 20 morti in Israele.
Dall'altra c'è una potenza militare (e nucleare) con un esercito che, nel solo 2008, ha fatto centinaia di morti e seminato distruzione tra i palestinesi della striscia di Gaza.
Sarà che non mi piace vincere facile, ma la mia simpatia va ai palestinesi.
E non venitemi a rivangare la storia dell'olocausto, le deportazioni, i campi di sterminio... lo so: tutte le mattine passo davanti alla "Risiera di San Sabba", l'unico campo di sterminio nazista in territorio italiano. L'ho visitato, ho visto le foto e i disegni di quello che succedeva là dentro. Ma succedeva oltre 60 anni fa. E' giusto ricordarlo, per evitare che si ripetano cose simili... ma quello che accadde allora non può e non deve essere usato come "lasciapassare" per le porcate che oggi vengono perpetrate ai danni di altri semiti. Già, perché pare (wikipedia docet, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Semiti ) che Palestinesi, Siriaci ed Ebrei potrebbero discendere tutti dai medesimi antenati. Lo trovo abbastanza logico, non fosse altro per la vicinanza geografica dei luoghi...
Credo ci siano parecchie persone che rilevano la palese disparità di forze e l'atteggiamento poco sportivo degli israeliani. Tuttavia devo riconoscere che gli israeliani hanno dimostrato un tempismo invidiabile: in questo contesto, con l'opinione pubblica mondiale che comincia a pensare che forse si sta un po' esagerando... cosa si inventa l'esercito? Un bel blitz contro un gruppo di navi cariche di pacifisti che portavano aiuti umanitari ai poveracci, con 10 morti tra i pacifisti e uno sputtanamento globale niente male. Ma chi gli cura le pubbliche relazioni e la politica estera, Topo Gigio?

domenica 30 maggio 2010

Piccole manie


Penso che capiti a tutti, prima o poi... scoprire di essere vittima di piccole manie.
Per piccole manie intendo cose tipo lo spremere il tubetto del dentifricio sempre nello stesso modo, andando in bestia se lo si trova mal spremuto da qualcun altro. Oppure posizionare le icone sul desktop del proprio computer sempre nello stesso ordine, seguendo una logica particolare ma occulta. Io ne ho alcune, di queste manie: ad esempio per deformazione professionale cerco di ottimizzare la logistica in tutto ciò che faccio: fare un viaggio a vuoto tra il frigorifero e la tavola da apparecchiare mi dà fastidio, non parliamo poi se si tratta di trasportare carichi pesanti come bottiglie d'acqua! Sono poi un po' fanatico sull'ordine all'interno delle directory del mio PC: le foto sono attentamente catalogate, i documenti anche. Per contrappasso, i miei armadi e i miei cassetti sono in un costante disordine, tanto che misspinna (vittima della piccola mania degli armadi ordinati) mi insulta pesantemente prima di riordinare per l'ennesima volta la mia quota di spazio negli armadi :-)
So che questo tipo di pazzie sono generalmente innocue, quindi quando ne riconosco una in un amico o conoscente mi diverto a scherzarci su... ma alcune volte mi sono dovuto trattenere. Non tanto perché la persona interessata non avesse senso dell'umorismo, quanto perché quella particolare mania assumeva una rilevanza preoccupante.
Come definireste voi una persona che ammassa tutte le icone del desktop nell'angolo in basso a destra dello schermo, per poi copirle con la barra di avvio di microsoft office? Il bello che all'epoca spiegai a questa persona che era inutile usare la barra come un tappeto per ammuccchiare l'immaginaria polvere sotto di esso: esiste un'opzione "nascondi le icone del desktop". Niente da fare: ogni intervento sul suo PC si traduceva in mezz'ora di ricerca nell'ammasso delle icone. Non oso pensare le condizioni igieniche sotto i tappeti di casa sua.
Ho avuto anche a che fare con uno che prima di fare qualsiasi cosa, doveva maniacalmente sistemare tutte le cose sulla scrivania secondo un ordine preciso. Telefono, monitor, penna, blocco notes, tastiera. Nulla doveva essere fuori posto. Neanche di pochi millimetri, pena l'interruzione di qualsiasi lavoro/conversazione per rimettere le cose al loro posto. Siccome all'epoca ero molto più giovane e bastardo, mi divertivo a spostargli le cose solo per il gusto di vederlo irritarsi e rimetterle a posto...
Credo che si chiami "riappropiazione": sono quei gesti che ognuno di noi fa quando rientra nel proprio "territorio" momentaneamente invaso da qualcun altro. Ma un conto è spostare una penna o rimettere a posto il mouse, altra cosa è passare dieci minuti a riorganizzare la scrivania senza poter pensare ad altro :-D
Siccome sono un po' bastardo dentro, quando mi accorgo che qualcuno ha una di queste piccole manie mi diverto a giocarci su. Altre volte mi diverto a mettere alla prove le convenzioni sociali, tanto per "vedere l'effetto che fa".
Ad esempio, in ascensore... avrete fatto caso che se si è in due, ci si dispone automaticamente agli angoli opposti della cabina. Beh, io a volte cambio angolo. Niente di male... ma a volte il compagno di viaggio dà segni di squilibrio. Una volta mi son fatto una decina di piani inseguendo un tizio che ad ogni mio spostamento, raggiungeva l'angolo opposto. Al terzo movimento, ha cominciato a capire cosa stava succedendo, e si è fatto una risata :-).
Ma ho una particolare predilezione per coloro i quali non mi salutano... con loro rasento il sadismo.
Ho un vicino di casa che, piuttosto di salutare le persone che incontra, penso si farebbe togliere un dente. Non che pensi che si debba intavolare una discussione sul pianerottolo: un semplice buongiorno, buonasera, salve... vale tutto. Almeno un cenno del capo in risposta. Ma questo vicino mi resisteva... e allora sono passatto all'attacco :-)
Mattina piovosa?
"Buongiorno, ha visto che tempaccio? Sembra proprio che dovremo metterci il cuore in pace..."
Mattina soleggiata?
"Buongiorno! Ma ha visto che giornata? Altro che andare a lavorare, sarebbe meglio andare alla spiaggia..."
Sera tardi?
Buonasera! Non trova che la luce delle scale sia un po' fioca?
Le prime volte faceva finta di non sentirmi, e tirava dritto ignorandomi. Poi è passato alla fase "cerchiamo di evitare il rompicoglioni".
Mai lo avesse fatto: l'ho beccato una mattina che, nel tentativo di evitarmi, scendeva le scale al rallentatore, mentre io stavo per uscire dal portone. Ho aperto il portone, e tenendolo aperto: ho sparato uno stenotoreo: "Buongiorno, prego, dopo di lei!". Mi avrebbe voluto incenerire, ma dopo essere scattato verso il marciapiede con una velocità degna di Bolt, non è riuscito a sopprimere un "grazie", al quale, impietosamente, ho ribattuto con un "Ma si figuri! Per così poco!"
Adesso quando proprio non riesce ad evitare di incrociarmi, mi risponde "salve".
Cari picchiatelli siete avvisati: c'è in giro uno più picchiatello di voi che si diverte a mettervi in difficoltà...

martedì 6 aprile 2010

Discriminazione e buon senso


Un post dell'amico Dottordivago mi ha riportato alla mente alcune considerazioni su una sinistra caratteristica dell'uomo occidentale moderno: "le pari opportunità a tutti i costi".
Ieri leggevo sul giornale che una aspirante vigilessa ha vinto una causa contro il comune di non so dove, in quanto dopo aver raggiunto il giusto livello in gradutoria, non era stata assunta perché non sufficientemente alta. Il regolamento, che prevede un'altezza minima di 170 cm per i vigili... è stato ritenuto "discriminatorio".
Se una vigilessa "alta" 1,63 metri, come la ricorrente, si mette in mezzo ad un incrocio a dirigere il traffico, è sicuramente meno visibile di una collega alta 7 cm in più. E siccome la visibilità di chi dirige il traffico è fondamentale, oserei dire che il regolamento non è discriminatorio: è sensato. Inoltre una certa "prestanza fisica" è necessaria in diversi aspetti della vita di un vigile urbano, che suo malgrado si può trovare in situazioni dove l'uso della forza rimane l'unica strada percorribile.
Un amico netturbino (operatore ecologico, spazzino... insomma, svuota i cassonetti dell'immondizia) mi raccontava di come alcune sue colleghe siano molto minute, e dover fare un turno con loro è considerata una iattura. Un cassonetto pieno pesa quanto un'utilitaria, e va spinto fino al camion compattatore. Se ad aiutarti c'è un uomo medio (170 cm per 70 kg) fai un po' di fatica. Se invece c'è una donna media (160 cm per 55/60 kg) a fine turno hai la schiena a pezzi. Anche qui, le assunzioni sono state fatte per soddisfare le "quote rosa" senza considerare che per svuotare cassonetti non sono richiesti buon senso, educazione, diplomazia, buon gusto (tutte cose in cui mediamente le fanciulle surclassano i maschietti) ma solo muscoli e resistenza. E' inutile negare l'evidenza: per poter completare con successo certi compiti occorrono dei pre-requisiti. Se vuoi fare l'atleta devi avere un buon fisico ed essere disposto al sacrificio, se vuoi fare l'insegnante devi avere un buon cervello e tanta pazienza, se vuoi fare la modella devi avere gambe chilometriche e la taglia 42. Questo fa sì che alcuni lavori siano prevalentemente svolti da uomini, mentre per altri sono più adatte le donne. Non si tratta di discriminazione, ma solo di buon senso, e a volte la tecnologia può aiutare ad appianare le differenze: un tempo i mezzi pesanti richiedevano una certa forza per poter essere manovrati, quindi in porto si vedevano esclusivamente autisti, gruisti e manovratori uomini. Le gru moderne si muovono con il joystick, i camion ormai hanno tutti il servosterzo... e le gruiste/autiste donne sono brave tanto quanto gli uomini. Certo, veder litigare una signorina a 60 metri di altezza con un camionista imbranato utilizzando un fraseggio da portuale fa un po' effetto... ma il suo lavoro lo fa, con la stessa efficienza di un uomo. Anzi, gli insulti mediamente sono più elaborati :-)