martedì 22 marzo 2011

Speculazioni

Sono un uomo fortunato.
Non ho vinto al totocalcio, ma ho un lavoro che mi piace, mi dà delle soddisfazioni e soprattutto mi consente di mantenere un buon tenore di vita: diciamo che non ho il problema di arrivare alla terza settimana, e neanche alla quarta. Se i mesi fossero di cinque settimane, comincerei a dovermi preoccupare. Questa mia condizione privilegiata fa sì che io eviti bellamente di preoccuparmi di alcune cose che invece sono molto sentite dall'uomo medio, una tra queste è il prezzo della benzina. E non tanto perché io faccia come il carabiniere di cui vi ho raccontato un po' di tempo fa ma perché i rincari del prezioso carburante mi lasciano più o meno indifferente. Spendere uno o due euro in più per fare il pieno alla moto non mi cambia assolutamente nulla. Poi parlando di benzina sono doppiamente fortunato, perché vivo a Trieste, che è letteralmente circondata da territorio sloveno, dove notoriamente i carburanti (e non solo quelli) costano meno. Secondo voi, un genovese dove va a fare benzina? Dove costa meno. E io dove vado? Dove è più comodo... quindi in Slovenia, dove i distributori sono aperti quasi 24 ore su 24, sono self service, accettano senza svorapprezzi la carta di credito e non c'è quasi mai coda. In più risparmio qualche centesimo al litro. Eh già, son finiti i tempi in cui in Italia la verde costava un euro al litro e di là 70 cent. Piano piano i cugini d'oltre confine si sono allineati: la differenza di prezzo si è ridotta a 5 cent, a volte meno...
Fino a due mesi fa.
In Italia la verde è balzata da 1,30 euro al litro a 1,50. In Slovenia è rimasta a 1,25. Non sono un esperto del ramo... ma penso che ci siano due possibilità: o OMV e Unipetrol slovenia si sono tramutate in associazioni senza scopo di lucro, o ENI, Shell Italia, ERG e Esso vi stanno inculando 25 centesimi al litro da due mesi (per tacere del resto, eh). Marca bravo a Mr. Prezzi, Adiconsum e Autorià garante della concorrenza e del libero mercato.

domenica 13 marzo 2011

Informazione a mano armata

Alcuni di voi già lo sanno, altri lo scopriranno a breve e magari si stupiranno... due anni fa ho preso il porto d'armi per uso sportivo. Mi è sempre piaciuto il tiro a segno, e dopo anni di tentennamenti mi sono deciso a fare quelle quattro carte necessarie all'ottenimento del documento. Quindi ogni tanto prenoto il poligono, e vado a sparacchiare ai bersagli, a volte con la pistola, a volte con una carabina. E' un'attività che richiede concentrazione, coordinazione dei movimenti e pazienza... quindi mi si addice abbastanza. Frequentando il poligono ho avuto modo di conoscere alcune persone meravigliose, sinceramente appassionate al tiro a segno che insegnano ai novizi come me le tecniche di tiro, ma soprattutto si prodigano per far sì che il novizio maneggi le armi sempre nel modo più sicuro possibile. Recentemente ho saputo che è possibile assicurarsi per eventuali danni a cose e persone causati nell'esercizio del tiro. Eh, ma costerà tantissimo, pensavo... con tutti i morti ammazzati di cui si sente parlare, gli omicidi per gelosia, i suicidi, gli incidenti di caccia... Un'arma da fuoco è una cosa pericolosa: può uccidere o ferire una persona con molta facilità, soprattutto se maneggiata impropriamente. Assicurare il titolare contro i danni causati a terzi... minimo minimo costerà tanto quanto l'RCA auto.
E invece no. Costa 73 euro all'anno. E siccome sono cuorioso, mi chiedo: come mai?

Magari l'assicurazione per l'arma da fuoco non copre bene come quella dell'auto...sbagliato. 1.500.000 euro per danni a terzi, e copre anche i danni subiti dal titolare (cosa che con l'RCA auto non sempre avviene).
Ah, ho capito. Ad assicurarmi sarà qualche ONLUS che fa regali a noi guerrafondai... no, la società assicuratrice è l'INA - Assitalia, non proprio famosa per essere un'associazione senza scopo di lucro.
Eppure qualcosa di strano ci deve essere... facciamo due conti. In Italia ci sono circa 2.500.000 persone autorizzate, a vario titolo, ad utilizzare un'arma da fuoco. La maggior parte sono quelli che, come me, si recano ad un poligono per sparare ai bersagli o a dei piattelli. Poi ci sono i cacciatori, infine forze dell'ordine e persone che hanno il porto per difesa personale.
Le statistiche dicono che ogni anno muoiono, per colpi da arma da fuoco, circa 100 persone.
Il rapporto armati/morti è di 1 a 25.000
Sempre in Italia, ci sono 25.000.000 di persone patentate, e circa 5000 morti per incidenti stradali all'anno.
Il rapporto patentati/morti è di 1 a 5000.
Cinque volte peggiore rispetto a quello dei morti per armi da fuoco.
Guardacaso, io per assicurare la mia Toyota Yaris per la RCA, pago esattamente cinque volte quello che pago per la mia polizza per gli infortuni legati all'uso delle armi. Posso dormire sonni tranquilli. l'INA - Assitalia ha fatto bene i suoi conti, non avrò i suoi azionisti sulla coscenza. Chi invece farebbe meglio a fare un po' meglio i propri conti siamo noi creduloni, che ci beviamo senza pensarci un po' su le informazioni passate dai media, che fanno passare attività pericolosissime per "normali" e attività molto meno pericolose come "terribilmente lesive della pubblica incolumità".