lunedì 12 luglio 2010

Fastidio

Vi avviso: oggi sono fastidioso.
Sono reduce da un solenne scassamento di minchia, ovvero una riunione con altri operatori del settore (agenti marittimi, terminalisti, spedizionieri, nani, saltimbanchi e ballerini vari) che sarebbe dovuta servire a definire gli aspetti tecnici di un problema di interscambio dati.
Questa riunione è stata richiesta a gran voce dalla società appaltatrice, che si sta occupando di informatizzare alcuni aspetti del mio lavoro per conto dell'Autorità Portuale di Trieste. Vi confesso che temevo di essere un po' impreparato: da tempo ormai non pratico l'informatica "vera" e alcuni aspetti dell'interscambio dati sono abbastanza complessi. Questi soggetti poi sono preceduti da una fama di grandi esperti, particolarmente preparati, quindi questa mattina ero quasi in soggezione, quando insieme ad un'altra ventina di peones come il sottoscritto mi sono presentato alla riunione.
Per consentire ai non addetti ai lavori di comprendere i termini del problema, devo anticipare che da oltre vent'anni esiste un "linguaggio" che le varie compagnie di navigazione, terminal, agenzie ecc. ecc. utilizzano per scambiarsi dati in un formato uguale in tutto il mondo. Un container entra in terminal? Ti mando un messagio "coparn". Una tonnellata di merce è stata consegnata ad un camionista? Ti mando un "codeco". Vuoi un piano di stivaggio della nave? Beccati 'sto "baplie". Tutti questi messaggi fanno parte di uno standard, detto UN/EDIFACT (United Nations Directories for Electronic Data Interchange for Administration, Commerce and Transport) che negli anni è stato curato e standardizzato da un organismo che quasi nessuno conosce... le Nazioni Unite, altrimenti dette ONU. Per chi volesse approfondire, se ne parla qui: http://www.unece.org/trade/untdid/welcome.htm
Quindi supponevo che, parlando di interscambio dati riguardanti merce che entra ed esce dal porto, cotanti esperti conoscessero a menadito lo standard.
Beh, dopo due minuti di riunione, ho scoperto che non solo non conoscono a menadito lo standard: ne ignorano bellamente l'esistenza, proponendo quindi un LORO sistema per lo scambio di informazioni. E' come se il salumiere si mettesse a vendere la merce pesandola in moli, oppure la merceria sotto casa attaccasse a vendere la stoffa in cubiti, invece di usare i metri e i centimetri. Ma la cosa più aberrante di tutto ciò è che gli operatori saranno praticamente "costretti" ad utilizzare questo nuovo portentoso sistema, imposto dall'alto da qualche "esperto" che non sa neanche come sia fatto un porto. Come se non bastasse, il portentoso sistema dovrà essere operativo ed utilizzato da tutti gli operatori entro il primo gennaio.
Benissimo. Un amico mezzo pissicologo mi ha detto una volta che, di fronte alle disgrazie, l'essere umano attraversa cinque fasi:
1) negazione Non è possibile: ho sentito male, ho capito male, è un incubo, adesso mi sveglio.
Ci ho messo dieci minuti buoni a riprendermi dallo shock: pizzicotti, schiaffetti... niente, è tutto vero. Ok, passiamo alla fase
2) rabbia Perché capitano tutte a me? Per fortuna sono riuscito a limitarmi: ma altri presenti hanno dato delle belle prove di incazzatura... passando poi alla fase
3) trattativa Appurato che la disgrazia è inevitabile, e incazzarsi serve a poco... vediamo come affrontarla. Due ore di chiacchiere, problemi tecnici, doganali, normativi, informatici... per scoprire che ad oggi (12 luglio) ancora la normativa non è chiara, non esiste uno standard, un tracciato record... no. Non mi farete tornare alla fase uno, bastardi! Preferisco dirigermi di gran carriera tra le amorevoli braccia della fase
4) depressione, nella quale mi trovo ancora adesso. Mi sto sfogando scrivendo, ma mi deprime il vedere come uno stronzissimo problema di interscambio di dati stia diventando un caso per il quale siano necessari mesi di pianificazione e di sbattimenti vari... tutto per non voler usare uno standard che esiste da oltre vent'anni. Vogliono a tutti i costi reinventare l'acqua calda. Non so se arriverò mai alla fase
5) accettazione... ma se ci arriverò, sarà solo perché cercherò di fare come il buon Commendator Bevilacqua, alias Gilberto Govi... di cui vi sottopongo un breve ma significativo spezzone:

3 commenti:

Storvandre ha detto...

ma un bel portale collaborativo no?

http://www.gateasy.it/
ahahhahaha (risata satanica)

Lucy ha detto...

Ahi ahi ahi, affidarsi all'amico mezzo pissicologo, lo faccio anch'io talvolta con risultati assai discordanti... ;)

Suggerirei:

http://www.youtube.com/watch?v=fYxJPHZ41O4

maurizio ha detto...

è il solito problema di sempre, conosco arredatori e architetti che disegnano negozi senza mai essere stati un minuto a vendere o esporre il prodotto.
vengono fuori delle merde incredibili.