martedì 9 marzo 2010

L'ignoranza pericolosa

Chi mi conosce, sa che temo e rifuggo i tuttologi... a Trieste c'è un bel detto: "el mona sa tutto".
Quindi cerco sempre di evitare di inoltrarmi in terreni a me poco conosciuti, onde evitare di far la parte del tuttologo. Tuttavia, due casi recenti di ignoranza perniciosa mi spingono inevitabilmente verso questa strada... se qualcuno si accorgesse che ho scritto boiate, lo segnali pure.
Sono due casi riguardanti argomenti molto diversi, ma in ambedue è evidentissimo come il cavalcare le credenze popolari, o i dati ritenuti "ovviamente incontrovertibili" possa essere non solo dannoso, ma anche maledettamente pericoloso.
Il primo caso, più lontano dal mio mondo e sul quale sono meno preparato, è quello della patata"amflora". Si tratta di un tubero definito "geneticamente modificato", quindi il diavolo per eccellenza sui media e nella credulità popolare. Peccato che, come ben spiegato qui dall'ottimo Dario Bressanini, quella patata sia destinata ad uso industriale (non alimentare). OGM non deve significare necessariamente "cattivo": la patata amflora rappresenta un notevole passo avanti e un buon esempio di come l'industria e la civiltà moderna possa avvantaggiarsi con l'uso di OGM. Ma niente da fare: preferiamo tagliarci l'uccello pur di far dispetto alla moglie :-) .
Sul blog di Enrico, che leggo sempre con piacere, c'è sintetizzata la mia posizione sugli OGM: ha scritto poco fa un post in cui mi ritrovo parola per parola: lo potete leggere cliccando qui .
Ma anche se molti di voi preferirebbero che io continuassi a disquisire sulla patata, passo ad un argomento che invece mi è più congeniale :-) e che recentemente mi ha fatto veramente capire come l'ignoranza possa essere potenzialmente distruttiva.
Scusatemi se la prendo un po' alla lontana, ma devo spiegare un po' di cosette prima di poter illustrare il "caso".
Le navi che vedete circolare sui mari, per far girare l'elica, produrre energia elettrica, scaldare gli alloggi, riscaldare o raffreddare il carico, utilizzano motori a scoppio nel 99% dei casi. Il motore principale, quello che fa girare l'elica, funziona bruciando un combustibile denominato "fuel oil" in italiano "Olio combustibile denso". Poi ci sono diversi motori ausiliari, caldaie, generatori che funzionano con combustibili diversi, ma in generale molto simili al gasolio che usano le automobili. Il fuel oil è un combustibile denso (la consistenza può essere quella della marmellata) che ha il pregio di costare meno del diesel... ma il difetto di essere un po' più inquinante, Soprattutto per quanto riguarda il contenuto di zolfo. Nel tempo varie convenzioni hanno determinato che il contenuto di zolfo del fuel oil utilizzabile sulle navi non dovesse essere superiore ad una certa percentuale, che viene ritoccata al ribasso periodicamente. Tutto molto bello: l'ambiente va tutelato.
Recentemente è entrata in vigore una normativa europea, recepita dal governo italiano che obbliga le navi che approdano nei porti italiani ad utilizzare combustibili con un tenore di zolfo inferiore allo 0,1% in massa. Bene, direte voi... anche no, rispondo io. Perché un combustibile del genere non può essere bruciato in nessun motore navale, se prima non si fanno le opportune modifiche... il che richiede tempo. Immaginate l'impianto di alimentazione del motore di una nave: centinaia di metri di tubature, valvole, decine di pompe, nelle quali fino a ieri circolava un combustibile con la consistenza della marmellata (vedi foto). Tutto è stato pensato e progettato per quella viscosità. Da domani, ci deve passare del gasolio. Che è meno viscoso... quindi le tubature e le valvole che contenefano il fuel oil, difficilmente conterranno senza perdite anche il gasolio.
Inoltre il gasolio ha il brutto vizio di essere più volatile del vecchio fuel oil: produce gas potenzialmente esplosivi, che il fuel oil produce in maniera molto inferiore. E i motori delle navi non sono progettati per far fronte a questa evenienza. Occorre tempo per apportare le modifiche e poter inquinare meno in sicurezza. Ma le autorità preposte, allo stato attuale dei fatti, hanno deciso di non concedere deroghe sulla norma dello 0,1% multando in maniera molto pesante gli armatori delle navi che ancora non hanno provveduto a mettersi in regola.
Risultato: o rischiano la multa... o rischiano di fare boooooooooooooommmm.
Così salviamo l'aria dall'inquinamento da zolfo, ma impestiamo il mare con un inquinamento da idrocarburi conseguente all'esplosione, oltre a far rischiare la pelle a quelli che sulle navi ci lavorano.

Marca "bravo" al ministero dell'ambiente.

2 commenti:

Storvandre ha detto...

il rimedio peggiore del male. un po come quando si dice di spegnere il puntino rosso delle tv agendo su un interruttore meccanico che prima o poi si scassa e genera quei 10 metri cubi di carburante per essere riparato...

Anonimo ha detto...

Come spacciarsi per tuttologi e vivere tranquilli:
usare come sottotitolo del blog la dicitura "l'approssimazione al potere".
La mentalità verde integralista è costituita al 99% da ignoranza; come ho già detto, a cavallo tra gli anni 80 e 90 il capo dei verdi italiani era Rutelli, che consigliava vivamente l'impiego di benzina verde anche per le auto non catalizzate, ignorando che il benzene della verde, se non "catalizzato", è cento volte più cancerogeno del vecchio piombo tetraetile presente nella vecchia super.
Quanti ne avrà sulla coscienza?
Dottordivago