domenica 7 giugno 2009

Il bastardo che c'è in me...


...ogni tanto reclama le luci della ribalta.
Succede così, all'improvviso, e il mio lato buono non può far altro che soccombere e godersi lo spettacolo. L'ultima volta è stato in treno, circa due settimane fa. Solito trasferimento Trieste - Genova, con piccola variazione sul tema in quanto a milano mi attendeva il buon Alessandro per passare un pomeriggio in compagnia... comunque, dopo il tratto Trieste - Mestre, salgo sul treno Eurocity per Milano. Mentre il treno arriva, noto una signora sulla cinquantina, con una valigia più grande e più pesante di lei: mi sorge spontaneo un moto di solidarietà (potrebbe essere la mia mamma) e le carico la valigia a bordo, praticamente slogandomi una spalla.
Caso vuole che la signora abba il posto prenotato dall'altro lato del corridoio rispetto al mio. Dopo pochi minuti arriva una signora anziana, che in seguito scoprirò avere 83 anni, la quale si accomoda di fronte a me. Siccome sono noto per essere un gran chiacchierone, estraggo dallo zaino il mio libro e attacco a leggere :-)
Il treno è in ritardo di circa 20 minuti, e una delle due signore ne chiede conto al capotreno, che con un perfetto accento reggino, la informa che il ritardo è dovuto al ritardo del convoglio precedente. Allontanatosi il capotreno, le due mature passeggere attaccano un discorso di quelli che richiedono un numero dispari di interlocutori, ma in tre si è troppi.
Partendo dall'accento del capotreno, sicuramente non Padano, il discorso si avvia inevitabilmente lungo i binari del luogo comune, e con una tabella di marcia degna del miglior convoglio svizzero, le due cominciano a discuisire su questioni di immigrazione, scivolando inevitabilmente nel più bieco razzismo. Mi sono ovviamente pentito amaramente di aver aiutato la demente cinquantenne, e nell'incazzatura contingente nel mio cervello una vocina ha cominciato a sussurrare...
- "Marco, quando ti ricapita un'occasione così? Dai, chiudi il libro e fammi parlare..."
-"ma no, stai buono, potrebbe esserci qualcuno che conosci..."
-"Ma chi vuoi che ci sia, e poi vuoi mettere la soddisfazione?"
-"Vabbè, ma giusto dieci minuti, ok?"
E così, in sordina, mi sono introdotto nel discorso. Piano piano, senza scoprirmi troppo, altrimenti si accorgono che le sto pigliando per il culo... Ho cominciato raccontando un aneddoto di un'amica, aggredita in pieno centro da un extracomunitario. Poi son passato a descrivere le condizioni disastrate di certe vie del centro di Genova, "covo di spacciatori e papponi" invariabilmente appartenenti a razze non ariane.
Dopo 20 minuti, ero diventato il figlio/nipote che le due signore avrebbero desiderato: un fiero appartenente dell'Italica razza, smanioso di vedere campi di concentramento ed esecuzioni sommarie destinati agli inquinatori del nostro inestimabile patrimonio genetico. Chi mi conosce, sa quanto questi discorsi mi diano letteralmente il voltastomaco... ma per una volta, il bastardo che c'è in me l'ha avuta vinta. E mi ha aiutato a capire in che mondo di merda ci ritroviamo a vivere, circondati da "persone per bene" che per il semplice fatto che tu sei un "diverso" ti vedrebbero bene sotto tre metri di terra.
Prometto solennemente che se mi dovesse capitare di nuovo una situazione analoga, farò la parte dell'albanese ben integrato... ma solo dopo che gli interlocutori si saranno lasciati andare a frasi tipo "questi albanesi son tutti papponi e spacciatori".
Tra l'altro, tutte le mie cautele legate alla possibilità che le due si accorgessero della solenne presa per il culo si sono dimostrate inutili. Almeno in questo caso, era evidente come l'odio viscerale e la paura del diverso le rendessero assolutamente incapaci di riconoscere in me (apparentemente uguale a loro) un possibile nemico. Se avessi avuto anche giacca e cravatta, sarebbe stato ancora più facile.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Pensa se sul blog di quelle signore ci fosse il resoconto di come sono riuscite, in treno, a smascherare un nazista di merda che ce l'ha con tutti...
Dottordivago