domenica 17 maggio 2009

Calma e gesso, dicono i giocatori di biliardo.

Non sono un gran giocatore di biliardo... anzi, credo di aver fatto 3 partite in tutta la mia vita. Però il modo di dire che dà il titolo a questo mio post mi piace, e ho sempre cercato di applicarlo nei momenti in cui si deve prendere una decisione critica... Con alterne fortune, ovviamente.
Un post del blog di Tuttoqua mi ha fatto riflettere su alcune cosucce... e questa volta ho deciso di condividere qui le mie riflessioni, anche per togliere un po' di ragnatele dal blog. Diversamente dal solito, comincio il discorso dalla conclusione cui sono giunto: "è meglio prendere le decisioni con calma, e possibilmente non in stato di necessità".
Il post del buon Tuttoqua mi ha fatto tornare alla memoria un episodio di 12 anni fa... nel lontano 1997 sono stato contattato dal produttore di Francesco de Gregori, che cercava un tecnico del suono. All'epoca conoscevo alcuni musicisti e tecnici che erano stati ingaggiati per la tournée "La valigia dell'attore", e al momento in cui si rese necessario un uomo in più per le registrazioni live, fecero il mio nome. Ricevetti quindi una telefonata da parte del produttore, che mi propose un compenso X per fare tot date come "tecnico addetto alle registrazioni live". Accettai, e i primi di Giugno del '97 partii per Roma, dove si svolgevano le prove del tour. Giunto sul posto, mi sciroppai una settimana di prove, durante le quali presi confidenza con i registratori digitali. La vigilia del primo concerto il produttore mi chiamò in ufficio, per comunicarmi, tra le altre cose, che il mio compenso doveva essere ridotto del 20%. Non feci una piega: forte della mia posizione di "bambino ricco", ovvero di persona che lavorava per il puro piacere di farlo, risposi qualcosa tipo:"abbiamo detto X, e X deve essere. Io adesso prendo il furgone e torno alla sede delle prove. Il mio cellulare lo avete: se non ricevo una chiamata entro questa sera, domani mattina prendo il treno per Genova."
Mi chiamarono un'ora dopo, confermandomi il compenso pattuito precedentemente.
Ripensandoci oggi, mi rendo conto di come la produzione cercò di fregarmi... senza però considerare che la loro controparte non aveva assolutamente bisogno di quel lavoro. Recentemente ho visto ripresentarsi una situazione analoga ad un mio caro amico: lui è in cerca di lavoro, non perché abbia perso il proprio... ma perché desidera un miglioramento. E' stato contattato da una società per la quale ha lavorato in passato, e che gli ha fatto una proposta "media" sul piano economico, interessante sul piano professionale, salvo poi modificarla a suo svantaggio quando ha riscontrato un certo interesse. Lui per fortuna ha saputo/potuto gestire la situazione, ma sempre grazie al fatto di avere le "spalle coperte".
Infine la memoria mi ha riportato a galla un episodio avente come protagonista un "camallo" del porto di Genova, avvenuto oltre venti anni fa. Il camallo aveva oltre 30 anni di esperienza, ed era capo squadra. Guadagnava bene, diciamo circa tre milioni di lire al mese. Parlava genovese, italiano, inglese, francese... e si arrangiava con l'arabo. La società per la quale lavorava fallì, e lui cominciò a cercare impiego. Venne contattato da un terminalista, sempre a Genova, che letto il suo curriculum lo invitò per un colloquio.
Le competenze professionali c'erano tutte: esperienza, lingue, disponibilità... giunti a parlare del compenso, gli proposero settecentomila lire al mese.
Si narra che il dialogo proseguì così:
- "va bene, allora lunedì vengo verso le sette. Svuoto i cestini, dò una passata alle scrivanie, faccio prendere un po' d'aria all'ufficio e poi vado a casa."
- "ma come... non capisco. Lei è qui per coordinare il lavoro delle squadre di stivatori..."
- "Io per settecentomila lire vi faccio un po' di pulizie, poi vado a casa."
- "Ma scusi, non capisco questa ironia... lei è praticamente in mezzo a una strada"
E lui, ormai in piedi e diretto verso la porta:
- "Nu, in mêsu a 'na stradda ti gh'e ti e quella bagascia de teu muë." *
* - "No, in mezzo a una strada ci sei tu e quella puttana di tua mamma"

Siamo sempre lì: in genere chi è in una posizione di forza (o crede di esserlo) cerca di approfittarne, a scapito ovviamente della controparte che rischia di precipitare in una situazione ancora peggiore di quella nella quale già si trova.
La storia non ha insegnato molto a questi grandi imprenditori...



5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bentornato prima di tutto ;-)

E poi, e' proprio come dici tu, la gente se ne approfitta. Qualche volta capita che uno abbia le spalle coperte e possa fare il duro, rifiutando offerte sconvenienti. Magari, di questi tempi, c'e' gente senza lavoro e che ne ha un disperato bisogno, e allora e' costratta e prendere quello che c'e'.

Anonimo ha detto...

Bentornato una sega: ci sono comete con passaggi più frequenti dei tuoi post...
Marcolino, non farci caso, sono incazzato perchè da qualche giorno non ho un minuto libero: di sera potrei pure scrivere qualcosa, ma ci arrivo in condizioni da "Il mio regno per un divano!".
Dottordivago

Enrico Bo ha detto...

Il fatto è che tra datore di lavoro e prestatore d'opera (o lavoro e capitale come preferisci)ci sarà sempre un conflitto insanabile, perchè gli interessi sono divergenti nella massima parte , e solo in piccola parte comuni. Se prende il sopravvento in maniera esagerata una delle due parti , la società nel suo complesso funziona male. Un governo responsabile dovrebbe rendere questo instabile rapporto , paritario il più possibile, almeno oscillante attorno al punto di equilibrio ma non troppo. Ma ci vorrebbe appunto un governo interessato al benessere della società.

misterpinna ha detto...

@TQ: grazie del bentornato! Per fortuna ho avuto sempre "il culo a paratia"... ma a volte non si ha la possibilità di fare il duro, purtroppo.

@doc: benvenuto nel club di quelli che lavorano troppo :-)

@enrico: tutto vero. Io ho la fortuna (o la sfortuna?) di avere esperienze su ambedue i lati della barricata... e onestamente mi infastidiscono gli estremismi di ambedue le parti.

Storvandre ha detto...

il maestro di scacchi dice: pensa sette volte prima di muovere :)