lunedì 23 febbraio 2009

E.R. - mitili in prima linea

Come ho già scritto, da giovane ho fatto il volontario in Croce Rossa, volgarmente detto "milite". Ma noi militi, viste le peculiari abilità di alcuni, ci auto-definivamo "mitili". Ne ho viste di tutti, anzi troppi, colori. Ma invece di soffermarmi su episodi più o meno truculenti, penso sia più divertente descrivere, per sommi capi, le tipologie di "astanti" con le quali il soccorritore viene a contatto. Anche se sembra strano (o forse no?) i comportamenti delle persone che vengono a contatto con i soccorritori durante un intervento sono sempre riconducibili ad alcuni grandi cliché... sarà la reazione allo stress, sarà la voglia di rendersi utili, la mania di protagonismo: fatto sta che scassano i maroni quasi tutti nello stesso modo...

L'esperto
E' forse il più pericoloso. Lui sa tutto. Sa come è successo l'incidente, conosce la famiglia dell'infortunato, ha un'opinione certa e incrollabile sulla terapia e sulle modalità del soccorso. Se glielo chiedeste, probabilmente saprebbe dare risposte anche ad alcune domande eterne:

Esiste Dio?
Come è nato l'universo?
Perchè la focaccia di Priano è più buona di quella della Mariuccia?

Generalmente spara delle minchiate pazzesche, la più abusata delle quali è (nel caso di incidente motociclistico) "Non toglietegli il casco che sennò gli si apre la testa". Il guaio è che in genere fa proseliti, e un paio di volte io e i miei ex colleghi abbiamo faticato non poco a "compiere il nostro dovere" a causa dell'esperto e dei suoi seguaci che ci ostacolavano. Per inciso: il casco ai motociclisti caduti va tolto (con apposita manovra volta a non compromettere le vertebre cervicali e altre ossa dell'area) per diversi ottimi motivi, ad esempio: consentire il controllo e l'accesso alle vie aeree, impedire che spostamenti della barella/ambulanza siano "amplificati" dal peso del casco, mettere correttamente un collare cervicale... eccetera.

Il protettivo
E' quello che non sa nulla, a parte una cosa: tu il mio amico/fratello/sorella/papà/figlio NON LO TOCCHI. Aspettiamo che arrivi il Dottor Ross o almeno l'infermiera Hataway. Tu, semplice barelliere del cazzo, non puoi nemmeno avvicinarti al mio congiunto. Che nel frattempo (fatto accaduto realmente) sta annegando nel proprio sangue dopo essere cascato (ubriaco) dal motorino. E quella volta, se il mio collega non avesse dato due spintoni al protettivo di turno, il centauro avvinazzato sarebbe andato molto velocemente a guardar crescere l'erba dal lato sbagliato...

L'apprensiva
in genere è una donna. A volte non è proprio immediato individuare la prima cosa da fare sul luogo di unincidente. Mentre stai cercando di capire come muoverti, l'apprensiva si preoccupa di qualcosa di futile... ad esempio allacciare una scarpa a un moribondo, piuttosto che chiederti: ma non prenderà freddo? Mentre tu stai sbottonando la camicia ad un uomo in arresto cardiaco.

Lo scettico
Non può essere che il suo congiunto stia COSI' male. Voi dite che è un infarto... ma secondo me ha solo preso freddo. Magari non ha digerito i biscotti do stamattina... e il dolore al braccio potrebbe essere uno sforzo: glielo dico sempre di non esagerare con le botttiglie quando fa la spesa, che pesano... si, fuma, ma mica tanto... ha da poco passato i 50, ed è un po' sovrappeso, ma non può essere un infarto.
E intanto, nell'altra stanza: milleuno, milledue, milletre... LIBERA!

L'inutile
Ok, sei spaventato. Posso capire che il fatto di avere un parente esanime in casa possa causarti un trauma. E capisco anche che sono le tre della mattina, quindi non sei proprio sveglissimo, però... ME LA APRI STA CAZZO DI PORTA???

Il disperato
E' quello che appena arrivi, ti chiede, con aria trafelata:"dov'è il medico?"
Ma veramente ci han chiamati per una caduta con sospetta frattura, non serve mica il medico... "COME NO!!! è gravissimo!!!". In genere il moribondo è lì che ti aspetta, seduto, con già il pigiama addosso, un piede/gamba fasciati che nemmeno glieli avesse maciullati un autotreno, e le mani sulle palle perchè il disperato continua ad elencare, come un mantra, tutte le possibili complicazioni che possono derivare da una semplice caduta.

Infine, anche se capita raramente, c'è anche chi si fida, si mette a disposizione e aiuta veramente. A volte basta poco, ad esempio scendere in strada a tenere il portone aperto, aiutare a trasportare eventuale attrezzatura, oppure spostare mobili, tavoli, sedie, letti... che ingombrano. So che è difficile, che vorreste rendervi utili a tutti i costi: ambite, col vostro intervento, ad alleviare le sofferenze del vostro congiunto. Ma l'unico modo per aiutarlo veramente è lasciar lavorare chi (forse) il soccorritore lo fa di mestiere.

8 commenti:

Storvandre ha detto...

eh no scusa, prima facebook mi pubblica il cellulare e ora tu metti la mia foto senza chiedermi il consenso? ma io la denunzio, sa? :-)

Storvandre ha detto...

dimenticavo, per le signorine giovani e avvenenti che certamente affollano l'etere informatico, quella è la mia foto, su feisbuc c'è il cellulare, fate 2+2...

Anonimo ha detto...

@storvandre : sogna sogna sogna :)
@misterpinna : come si può tradurre in italiano "triage"? Già che parliamo di ER, aiutami a snebbiare qta profonda lacuna...
Thx

Storvandre ha detto...

triage =
prima i parenti del primario
poi quelli a cui la somma gambe+braccia+testa <> 5
tutti gli altri, una bella flebo di fisiologica e relaaaaaaaax

Anonimo ha detto...

E la cosa bella e' che per fare tutto 'sto casino, non becchi nemmeno una lira :-)

Detto questo, e tornando seri, anche per questo c'e' da ammirare e rispettare profondissimamente chiunque si metta al servizio del prossimo senza chiedere niente in cambio.

Tra poche centinaia di anni, questa attitudine diverra' leggenda... il nonno raccontera' al nipote: "c'era un popolo, tanto, tanto tanto tempo fa, che aiutava tutti, e lo faceva solo per il bene comune".

"Ah nonno, ma che cazzo stai a ddi'???".

Anonimo ha detto...

Caro Misterpinna, io sono volontaria in Croce Bianca Milano e quando scrivi delle tue esperienze mi ci ritrovo perfettamente.... da una figlia apprensiva+protettiva ho anche preso una sberla, su una rianimazione. Poi l'autista l'ha appesa al muro, ovviamente!
Gli unici che aiutano, a Milano, sono generalemnte i cosiddetti extracomunitari: sono gli unici che non hanno paura di aiutare, di sporcarsi le mani, sono abituati a farlo visto che nei loro paesi non arriva l'ambulanza in 3 minuti...

misterpinna ha detto...

E chi si immaginava tutti 'sti commenti, per un post "antropologico" su storie del secolo scorso? Grazie a TuttoQua per i complimenti, grazie alla volontaria milanese per la conferma che le cose non sono cambiate in dieci anni... a storvandre il consueto "vanni a louà, gundun!"

Anonimo ha detto...

A proposito di cose che non cambiano: domani sera ho il turno in Croce Bianca e mi sta già montando la rabbia nei confronti di quelli del 118.... Ogni volta che li chiami invece di limitarsi a darti l'ospedale di destinazione devi stare 10 minuti al telefono (non scherzo!!!), ovviamente con paziente non cosciente in ambulanza... prima o poi registrano sui loro nastri un vaffa che gli rimbomba in centrale x 3 mesi....
Simona