sabato 24 gennaio 2009

Radio Days

Premessa:

Tutti i mezzi e le sedi della Croce Rossa hanno (o dovrebbero avere) una Radio, con la quale possono comunicare tra loro. Il concetto è semplice: si preme il tastino, si parla, si rilascia il tastino. Il messagio viene ascolatato da tutti coloro in ascolto in quel momento, nel raggio più o meno di 50 Km. Si può parlare solo uno alla volta. Uno dei passatempi preferiti, nelle giornate noiose, è quello di sedersi al centralino, e, con lo stesso spirito dei nostri nonni, ascoltare la radio. Col tempo si impara a riconoscere le selettive delle varie sedi a orecchio, e le voci degli operatori più assidui. A volte, l'ascoltatore si imbatte in perle tipo queste:

Sarà morto?

L'ambulanza Ge xxx viene inviata sul luogo di un incidente ferroviario: ascoltiamo la chiamata, la risposta, l'arrivo sul posto... dopo pochi minuti, l'autista del mezzo comunica al 118: "Per cortesia, puoi mandare la polizia e la mortuaria? Il paziente è deceduto." Dovete sapere che solo i medici possono dichiarare il decesso di una persona, questo per legge. Quindi l'operatrice del 118, in tono piccato: "Come fai a sapere che è morto? Sei un medico? Forse è meglio che ti mandi l'automedica, no?" "Mandami pure chi vuoi, ma dì al medico che per fare una visita completa al paziente, deve percorrere almeno 500 metri di binari, lungo i quali sono disseminati i vari pezzi."

Etilismo

Anche nei paesini arroccati sui monti c'è la Croce Rossa... immaginate un signore anziano, abitualmente fa il macellaio, oppure il giornalaio, a volte ambedue, alla guida di un mezzo di soccorso. La chiamata riguarda una persona che dà segni di instabilità mentale. Arrivato sul posto, l'autista chama il 118: "Puoi mandare la polizia per favore? Il paziente non vuole saperne di allontanarsi dal locale". Il 118: "E' in stato di etilismo?". "Beh, non so se è in stato di ettilismo, però è ubriaco come una scimmia."

Urgenze

Alla radio si può parlare uno solo per volta. Qualora questa semplice regola non venga rispettata, il risultato è una comunicazione "a strappi" oppure interrotta. Inutile, quindi. Una regola di buonsenso vuole che le comunicazioni siano rapide e concise. Un'altra regola è che quando uno ha un'urgenza, chieda "bianco" ovvero silenzio radio per tutti, onde poter comunicare con il 118 senza interferenze.

Ge xxx, su un intervento urgente: "Bianco per la Ge xxx, grazie"

Ge 818:"Ge xxx, le condizioni dell'infortunato?"

Ge yyy:"allora, puoi dire a mia moglie se va a prendere le bambine a scuola, perchè io sto rientrando da una dimissione, e non so se arrivo lì in tempo. La trovi sul cellulare, ma non quello che è scritto in sede, devi chiedere il numero a Maria, la moglie del postino, che dovrebbe essere in segreteria. Già che ci sei, chiedile anche se ha fatto la spesa o se devo passare a prendere il pane, rientrando."

Ge 818: "Ge yyy, per cortesia, lascia parlare gexxx"

Ge xxx: "allora, il paziente non risponde agli simoli, la resp..."

Ge zzz: "Ge yyy, la maria non c'è, però io credo di averlo il numero di tua moglie, è quello che finisce con due zeri, giusto?"

Ge xxx:"debole, la press..."

Ge yyy:" no, è quello che finisce con 48, è della omnitel".

Ge 818:"Bianco per favore! Avanti Ge xxx"

Ge xxx:"Guarda, l'abbiamo caricato sull'ambulanza, dacci l'ospedale di destinazione alla svelta, sennò lo porto a San Martino che così non sbaglio."

Ge zzz:"l'ho trovato, adesso la chiamo, ti faccio sapere dopo,comunque mi ha detto mia moglie che prima l'ha vista con le borse della spesa."

Ge 818, rassegnato: "OK per S.Martino, codice Rosso."

sabato 17 gennaio 2009

Lotta alla droga

Era l'aprile del 2003.
Una giornata di scuola come tante, e Savana si avviava, come tante altre mattine, alla Stafford Mile School, vicino Tucson, in Arizona. Certo non si immaginava quello che sarebbe successo da lì a poco... magari pensava all'interrogazione, o al compagno di classe che le aveva scritto quell'SMS intrigante.
Quella mattina però era diversa.
Entrata a scuola, venne subito presa in disparte dall'insegnante, che la accusò di trafficare droga. Una sua compagna di classe, tredicenne come lei, era stata beccata con della droga, e adesso, per timore di punizioni ancora più severe, accusava Savana di avergliela procurata. A nulla valsero le sue proteste: lo zainetto di Savana venne subito perquisito, ma non si trovò nulla... e allora l'idea. L'infermiera della scuola e una professoressa la accompagnarono in infermeria, dove venne invitata a spogliarsi per essere perquisita. Savana, anni dopo, riferisce come quell'esperienza sia stata "la più umiliante della sua vita". E' facile immaginare come per un'adolescente di tredici anno sia traumatizzante mostrarsi nuda a delle quasi sconosciute, in un contesto dove si viene accusate di trafficare droga. Comunque, la perquisizione ebbe esito negativo: niente droga addosso a Savana.
Vabbè, direte voi... qui si parla di droga, mica cazzi! Sempre meglio andare sul sicuro, no?
Peccato che la droga di cui si sospettava il traffico fosse l'ibuprofene. E' contenuto in prodotti come Moment, cibalgina... è un antinfiammatorio.
Forse gli americani hanno fatto confusione tra "drug" e "narcotics" ?

lunedì 5 gennaio 2009

Ridere, disobbedire, riflettere

Il mio amico Dottordivago nei giorni scorsi si è lamentato perchè la gente ha perso il senso dell'umorismo. E siccome so che il buon doc ha un senso dell'umorismo genuino e assolutamente comprensibile, penso che il grosso del problema stia nell'ignoranza diffusa che ormai permea la società. Ma non voglio ammorbare il lettore con un trattato su "umorismo e sociologia spicciola": voglio semplicemente, come al solito, strappare un sorriso facendo qualche riflessione.
Chi si è preso il nostro senso dell'umorismo? Io ricordo distintamente che anni fa si rideva e scherzava più spesso, anche tra sconosciuti. Spesso una battuta, sapientemente piazzata da chi ha il "tempo comico" giusto, aiutava a sdrammatizzare un evento spiacevole, e creava rapporti, amicizie.
Qualche anno fa ordinai, presso un negozio di autoricambi, un pezzo per il mio scooter. Una cosa da nulla: un pezzetto di plastica che, a detta del commesso:"costerà 3 euro". Bene, dopo qualche giorno mi presentai in negozio. Al momento di pagare, il commesso disse:"un attimo, controllo il prezzo sul computer". Io estrassi una banconota da 5 euro... ma mi accorsi che lui cambiava espressione. Con occhio stupito e preoccupato mi disse:"accidenti, costa 12 euro".
Vista la sua faccia, e vista la banconota che avevo in mano... il bastardo che è in me prese il sopravvento. Tirai fuori dal portafoglio un biglietto da 10, porsi le banconote al commesso dicendo sommesamente:"pazienza, vorrà dire che questa sera i bambini non avranno il dolce". Lui cercò invano di distogliermi dall'acquisto: io fui irremovibile. Dopo qualche minuto gli spiegai che stavo scherzando: non solo non avevo figli... ma grazie al cielo 9 euro di differenza non mi cotringevano a rinunciare al dolce. Ci facemmo una sonora risata, e per farmi perdonare gli pagai un caffè. Ancora adesso quando vado in quel negozio scherziamo su quell'episodio... ma oggi non lo rifarei più. Non perchè sia meno bastardo di allora (anzi...) ma perchè è molto difficile trovare una persona disposta ad accettare lo scherzo, o come direbbe un mio amico che ha studiato... la cèlia.
E questo mi riporta alla domanda sopra: chi ci ha rubato il senso dell'umorismo? Io credo che siano state le condizioni in cui viviamo, e le pressioni dei media. Ogni giorno l'ambiente esterno ci spaventa con qualche nuova minchiata: il terrorismo islamico, la SARS, la disoccupazione, la criminalità, i Rom... scopo del gioco è spaventarci per poterci controllare meglio. Un uomo che non ha paura, ma che anzi sorride e affronta gli imprevisti con un pizzico di umorismo è pericoloso, perchè non è controllabile. Un uomo che invece è preda delle paure sarà sempre fedele al padrone... chiunque esso sia: il governo, il datore di lavoro, il capo... eccetera.
Qualcuno potrebbe dire che quelle citate sopra non sono minchiate.
Bene... andiamo con ordine:
- terrorismo: quante persone conoscete che sono morte di terrorismo islamico? Tiro a indovinare: 0
- SARS: come sopra... dovevamo morire tutti di influenza dei polli, e siamo ancora qui.
- disoccupazione: mi vanto di non conoscere NESSUNO che sia disoccupato da oltre un mese. Se hai voglia di lavorare, pare che si riesca sempre a trovare qualcuno disposto a sfruttarti...
- criminalità e immigrazione: oramai vanno a braccetto, secondo i media. Sei criminale? Sei immigrato. Sei immigrato? Sei criminale. Anche qui, conosco ben poche vittime della criminalità comune...

Invece conosco PERSONALMENTE vittime di incidenti stradali, di incidenti sul lavoro, di malversazioni economiche che li hanno portati sul lastrico... ma quello è meglio non sottolinearlo troppo, a parte qualche proclama ogni tanto: c'è il rischio che la gente si accorga davvero dove sta il pericolo.
Quindi noi siamo sempre più impauriti, e sempre meno propensi a ridere e scherzare. Lo so che "risus abundat in ore stultorum" (e adesso vi tocca andare a cercare il dizionario latino... ahahah) ma a me piace moltissimo una battuta attribuita al buon Bakunin: "Sarà una risata che vi seppellirà!". :-D